Chi si cela dietro Belfagor? Tra il pubblico chi lo indovina riceve un premio!
Misteri, colpi di scena a ripetizione e tanto umorismo caratterizzano il giallo-comico intitolato “Un furfante, due cretini e il Conte Zio”, scritto da Carlo Giustini e da Claudio Natili e diretto da quest’ultimo. Il quale, nel suo vasto curriculum artistico può vantare, tra le altre, la scrittura di testi per il Puff, il famoso Teatro Cabaret di Lando Fiorini, e quelli riservati ad interpreti del calibro di Lino Banfi, Enrico Montesano e Martufello. Nella commedia in scena al Teatro delle Muse di Roma, l’autore muove un nutrito cast di attori (se ne contano addirittura 15!) immergendoli nelle cupe atmosfere di un maniero dei primi del Novecento. Dove un nobile, il Conte Zio (Silvano Antenucci), decide di convocare la larga cerchia dei nipoti ospitandoli nella propria magione onde scegliere, in un paio di giorni, chi tra loro sarà più degno di ricevere la sua intera eredità.
Tutto ciò scatenerà, com’è ovvio attendersi, un’accesa rivalità tra i parenti. Ma che sarà nulla al confronto dell’ira mostrata dal furfante mascherato, autonominatosi Belfagor, che ingaggiando due ladruncoli, in verità alquanto cretini, Mario (Claudio Natili) e Orazio (Pascal Dell’Anno), getterà scompiglio nel palazzo del Conte con le sue paurose apparizioni e i rapimenti che ne seguiranno al fine di rimanere l’unico erede. Come se non bastasse, tra sparizioni, temporali notturni, armadi che celano corpi e un viavai tra passaggi segreti, il fantasma della Contessa Elena (Antonella Romeo) e il consorte, con tanto in armatura, Aureliano Colonna (Rino D’Aniello), aumenteranno l’alone di mistero che aleggia all’interno della casa. Anche grazie all’inquietante presenza dei domestici Santo Campo (Marcello Galletti) e Cipressa (Rossella Carducci), che facendo fede ai loro nomi alimenteranno la tensione della vicenda anche che con il solo loro apparire. Il tutto, comunque, naturalmente, sempre all’insegna di una forte impronta umoristica. Come quella ottimamente caratterizzata dagli stralunati e avventati ladruncoli Mario e Orazio già citati, tra i migliori in scena, o da Fresia (Giorgia Ianniccheri), sempre pronta ad equivocare ciò che si dice. O ancora da Liviana (Lina Vollaro), dalla divertente super-miopia, e dal consorte Walter (Rocco Aversano), cui l’attore riserva una perfetta macchietta del nobile con erre moscia, affettato e pauroso che suscita continua ilarità. Un umorismo che viene accentuato al momento dell’entrata in scena dell’Ispettore Manetta (Salvatore Lambiasi), che facendo il verso ad un improbabilissimo quanto buffo Sherlock Holmes dall’accento siciliano, finirà per condurre una delle indagini più comiche che abbiate mai visto a teatro. I personaggi di Teresa (Pina Rossetti), Cassio (Gabriele Mara), Giacomo (Roberto Capitani) e Filippo (Salvatore Aita) andranno a chiudere il cerchio di una compagnia molto affiatata, denominata “Quelli del piano di sopra”, che fa dell’allegria uno stile di vita e non solo una prerogativa da attori.
Come ciliegina sulla torta di una commedia davvero apprezzabile, in una pausa tra il secondo e il terzo atto, il pubblico verrà invitato a scrivere sul proprio biglietto d’ingresso il nome del personaggio che si cela dietro la maschera di Belfagor. Tra i solutori dell’enigma, a fine rappresentazione verrà estratto a sorte il vincitore al quale sarà assegnato un premio. Un originale e simpatico finale di spettacolo che non mancherà di aggiungere un gusto di “thriller” partecipativo ad un giallo avvolgente condito da un prelibato umorismo. “Un furfante, due cretini e il Conte Zio” sarà in scena al Teatro delle Muse di Roma (Via Forlì, 43) fino al 25 aprile 2004. Spettacoli alle ore 21 (sabato e domenica ore 17 e 21) – Info e biglietteria: 06.44233649