Stefania Casini, attrice cult in Suspiria

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Stefania Casini (Villa di Chiavenna, 4 settembre 1948) è un’attrice, giornalista, regista e sceneggiatrice italiana.

Si laurea in architettura al Politecnico di Milano, e contemporaneamente porta avanti gli studi di recitazione. Dopo una proficua attività teatrale è richiesta da Pietro Germi per il film Le castagne sono buone (1970), in cui recita il ruolo di Carla, la ragazza di cui si innamora il protagonista Luigi, interpretato da Gianni Morandi. L’anno seguente torna in teatro nel ruolo di protagonista, accanto a Tino Buazzelli, in Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello: diventa la più giovane attrice ad aver interpretato questo ruolo, a 22 anni.

Nei primi anni 1970 ha anche lavorato nel doppiaggio, per la cooperativa Cine Video Doppiatori. In particolare, ha prestato la voce al personaggio di Caterina, interpretata da Carole André, nel film Don Camillo e i giovani d’oggi (1972) di Mario Camerini, e quello di Virginia, impersonata da Jane Birkin, in Bruciati da cocente passione (1976) di Giorgio Capitani.

Dopo qualche apparizione secondaria in film come D’amore si muore (1971), sale alla ribalta con la pellicola La cugina di Aldo Lado (1974); successo poi ampliato dal ruolo di Neve, una prostituta epilettica, nel film Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, peraltro generando molto scalpore nella scena in cui accarezza le parti intime di Robert De Niro e Gérard Depardieu. Tra le altre interpretazioni di questa fase della carriera, ci sono quelle in Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! (1974) di Paul Morrissey e Antonio Margheriti, Luna di miele in tre (1976) di Carlo Vanzina, a fianco di Renato Pozzetto, Suspiria (1977) di Dario Argento e Ciao maschio (1978) di Marco Ferreri. Considerata tra i sex symbol italiani dell’epoca, in questi anni appare inoltre senza veli nell’edizione italiana di Playboy.

Nel 1978, tra le prime donne a ricoprire tale ruolo, viene chiamata a presentare il Festival di Sanremo, affiancata da Beppe Grillo, Maria Giovanna Elmi e dall’organizzatore Vittorio Salvetti. Alla fine del decennio, non più stimolata da un sistema cinematografico che sta entrando in crisi, si trasferisce negli Stati Uniti d’America dove comincia l’attività di giornalista, realizzando vari reportage per la televisione italiana.

Dagli anni 1980 si dedica quindi prettamente all’attività di regista-giornalista. Al cinema è dietro la macchina da presa, tra gli altri, in Lontano da dove (1983) e Un paradiso di bugie (1997), entrambi con Claudio Amendola, mentre per il piccolo schermo lavora sia per la Rai, per cui realizza alcune serie come Storie di donne e Avere 20 anni a…, sia per la nascente televisione commerciale. Saltuariamente torna inoltre alla recitazione, sia in produzioni internazionali come Il ventre dell’architetto (1987) di Peter Greenaway, o italiane come il film Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992) di Carlo Verdone, e le serie televisive Donna (1996) e Incantesimo (2003).

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