Sanremo 2020: Mauro Ottolini e L’Orchestra Ottovolante
SANREMO 2020
Mauro Ottolini e L’Orchestra Ottovolante
accompagnano sul palco dell’Ariston
Raphael Gualazzi
Il Maestro Mauro Ottolini e l’intera sezione fiati de L’Orchestra Ottovolante, si trasformano in una vera e propria Marching Band in stile New Orleans, per accompagnare Raphael Gualazzi in gara con il brano “Carioca”, per l’intera durata della 70° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Il brano fa parte del nuovo album di Gualazzi, “Ho un piano”, in uscita il 7 febbraio per Sugar.
«La prima volta che ho sentito Raphael Gualazzi cantare e suonare una sua canzone mi sono reso conto che aveva qualcosa di speciale. La sua musica ha nel DNA una forte matrice Blues che ci riporta nel mondo di New Orleans, della musica Cajun. C’è un forte legame tra di noi, il folle amore per il Jazz», commenta Mauro Ottolini.
La piccola orchestra di Mauro Ottolini, che si presenta in questa formazione anche come cantante e trombonista, riunisce 11 eccezionali strumentisti, e rende omaggio alla grande musica italiana che dal dopoguerra ad oggi ha fatto ballare intere generazioni. La band è ispirata alle orchestre dei primi varietà di Rete Uno che fecero diventare noti al grande pubblico musicisti, direttori d’orchestra ed autori come Gorni Kramer, Pippo Barzizza, Carlo Alberto Rossi, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, Domenico Modugno, Fred Buscaglione, Renato Carosone, Trio Lescano, Natalino Otto e molti altri.
Dopo il successo di vendite del primo disco, il Maestro Ottolini torna con un nuovo progetto dal titolo “IL MANGIADISCHI” ricco di evergreen, fra i quali “Il tuo bacio è come un rock” (Adriano Celentano), “Nebbia” (Trio Lescano), “Tu vuo’ fa’ l’americano” (Renato Carosone) e “Love in Portofino” (Fred Buscaglione). Tutti brani, che hanno in comune il sapore latino di rumba, mambo e cha cha cha cha, che richiamano le sonorità dell’orchestra di Xavier Cugat, prima ad apparire in RAI già ai tempi del bianco e nero.
A proposito del nuovo album, Mauro Ottolini afferma: «Esistono canzoni italiane che sono diventate degli standard immortali, brani conosciuti in tutto il mondo. Alcune di queste composizioni sono state interpretate dai più grandi nomi della musica internazionale, Jazz, Pop e incise dai migliori interpreti. Per questo ho voluto nel 2005 costituire questa orchestra che prende il nome da una trasmissione degli anni ‘50 di Antonello Falqui, per rendere omaggio e riuscire ad attualizzare una parte di questo repertorio con arrangiamenti originali in chiave Jazz, Swing, Mambo. In occasione del 60esimo anniversario della scomparsa di Fred Buscaglione, ho voluto realizzare un nuovo disco per un’artista che è nel mio cuore da sempre».
Dal 29 febbraio, la stessa brass band dell’orchestra di Mauro Ottolini accompagnerà Brunori SAS nel tour che toccherà i più importanti palazzetti italiani.
Mauro Ottolini, è considerato uno dei più importanti musicisti italiani. Compositore, arrangiatore, polistrumentista e specialista degli ottoni, si diploma in Trombone e Tromba nel ‘93 con il massimo dei voti al conservatorio di Verona, e qualche anno dopo, una laurea in jazz al conservatorio di Trento. Suona per 12 anni nell’orchestra dell’Arena di Verona, ma poi decide di licenziarsi per seguire la musica che più lo appassiona… il Jazz.
Oltre al trombone come strumento principale, approfondisce il linguaggio di tutti gli ottoni, come il Sousaphone, la tromba, il flicorno, la tromba bassa e l’eufonio. Nel 2012 si aggiudica il premio della critica nazionale “Top Jazz” come “miglior musicista jazz italiano”. Viene premiato come compositore e arrangiatore, vincendo più volte riconoscimenti dalla critica. Collabora per vari progetti con il grande trombettista jazz Enrico Rava, e vanta collaborazioni con Kenny Wheeler, Dave Douglas, Paolo Fresu, Trilok Gurtu, Stefano Bollani, Jan Garbarek, Franco D’Andrea, Carla Blay, Fabrizio Bosso, Frank Lacy, Steve Swallow,Tony Scott, Han Bennink, Maria Schneider, Gary Valente, Sean Bergin, e molti altri.
Collabora anche con alcuni grandi nomi della black music mondiale come Grace Jones, Gino Vannelli, Emy Stewart, Joe Bowie. Anche in Italia, Ottolini ha avuto il piacere di collaborare con grandi nomi, tra i quali Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Patty Pravo, Rossana Casale, Alberto Fortis, Gino Paoli, Giuliano Sangiorgi, Negramaro, Subsonica, Daniele Silvestri, Raphael Gualazzi, Gaetano Curreri, Morgan, Renzo Rubino, Malika Ayane, Simona Molinari, Karima, Petra Magoni, Roy Paci, Motta, Brunori SAS e molti altri.
Ha insegnato alla New York University e tenuto corsi in importanti scuole e conservatori, tra questi il conservatorio superiore di jazz a Parigi, una delle più importanti scuole in Europa. Un incontro molto particolare e ricco di stimoli è stato quello con il trombonista Steve Turre. Grazie a lui, Ottolini impara a suonare le conchiglie marine, con talento e follia, tanto da realizzare un progetto alquanto ambizioso,“Sea Shell” un disco e un cartone animato che sono un atto di rispetto nei confronti dell’universo marino e insieme di denuncia per l’inquinamento ormai insostenibile. Questo progetto, prodotto dall’etichetta Azzurra Music, ha avuto il sostegno di Greenpeace, Legambiente, Umbria Jazz ed altri enti.
Per Mauro Ottolini la conoscenza e la ricerca sono la base per creare un sound di qualità e uno stile raffinato ed unico.
Ha tenuto concerti nei più importanti teatri e festival del mondo, tra i quali Umbria Jazz, Cina, Brasile, Polonia, Festival Jazz Bankok Thailandia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Norvegia, Spagna, Portogallo, e collaborato nella registrazione di oltre 300 dischi, dei quali 30 a suo nome.
Mauro Ottolini è stato nominato “Ambasciatore alla Cultura” in Veneto per UNESCO per il suo contributo artistico e innovativo dato alla musica.
Proprio nel 2019, in seguito al suo lavoro di ricerca sulle conchiglie, “SEA SHELL” musica per conchiglie, viene dedicata al musicista veronese la scoperta di una nuova specie di conchiglia, che il museo malacologico di Cupra Marittima, ha dedicato ad Ottolini dandole in nome di “Turritella Ottolini”.