Al Teatro de’ Servi di Roma fino al 14 novembre 2004
”No, grazie, preferisco ridere” di Rosario Galli
con Armando de Razza, Adriana Russo e Raffaella Ponzo
48 ore di esilarante Teatro Terapia organizzate dal fantomatico ”guru” Julius (presente solo in video e tramite sms), in cui il fonico Armando De Razza e l’insegnante Adriana Russo, punzecchiati dalle provocanti e surreali incursioni dell’assistente del guru Raffaella Ponzo, recitando, litigando e dormendo assieme in un vero teatro scopriranno molte affinità pur tra mille diversità di carattere.
Si sente parlare spesso di ”magia del teatro”, quasi sempre a sproposito, vagliando le innumerevoli proposte teatrali che solcano la penisola. Ma, in verita’, gli spettatori maturi, la stragrande maggioranza, sono perfettamente consapevoli che tale stato di grazia, che emana dal palcoscenico per propagarsi in un abbraccio empatico con la platea, e’ lungi dall’essere ricorrente.
Quindi, la buona notizia da dare subito agli amanti del teatro con la ”T” maiuscola e che ”No, grazie, preferisco ridere”, scritto e diretto da Rosario Galli, e’ un brillante esempio di questa rara eccezione.
Perche’ in questa commedia, spiritosa e arguta al tempo stesso, non troverete interpreti che si autocelebrano, cercando l’applauso facile, ne’ autori inclini a battute triviali e consunte, ma un’immersione ironica ed autoironica nel vissuto quotidiano di noi tutti, assieme a momenti di autentica poesia, per significare che quello sul proscenio non è che un concentrato di vita, un ”succo” che possiamo bere e metabolizzare in una sola serata invece che in anni di altalenanti esperienze.
Ecco la vera essenza del teatro: essere in luogo circoscritto, di fronte a degli attori, ed essere al contempo in tanti luoghi particolari della nostra esistenza senza muovere un passo. Naturalmente, gli interpreti di questa magia devono essere all’altezza della situazione per farci viaggiare col solo veicolo della fantasia. E nei rispettivi ruoli, con diverse sfumature, Armando De Razza, Adriana Russo e la giovanissima Raffaella Ponzo sono davvero impeccabili nel fornirci quel veicolo. In particolare, Armando de Razza gioca sulle corde del ”togliere” invece che dell’ ”immettere”.
Egli sa benissimo di essere il mattatore dello spettacolo, ma proprio per questo, con grande intelligenza e rara sensibilità, non enfatizza mai le proprie battute per ergersi su un piedistallo, lasciando alle colleghe tutto lo spazio scenico che meritano. In tal modo, Adriana Russo è pienamente libera di realizzarsi nei difficilissimi pluriruoli dettati dalla sceneggiatura.
Così la vedremo trasformarsi, quasi alla Fregoli, dai panni di un’insegnante tutta d’un pezzo a quelli di una casalinga sciatta e sboccata, da una svenevole ammaliatrice ad una romantica signora con problemi d’età.
Tra questi due fantastici interpreti, le folgoranti incursioni di Raffaella Ponzo. Anch’ella divisa in due ruoli distinti ma spiritosamente coincidenti: l’irrequieta “Vincenza”, con tanto di lingua che a stento sa trattenere, e la temperata ”Soave”, nome d’arte che corrisponde al volere di Julius di renderla padrona dei propri istinti. Raffaella Ponzo risolve questa esilarante ma complicata dicotomia non solo con brillanti guizzi di comicità, ma anche con il medium, tutto personale, di un sottile e garbato erotismo che a tratti fa il paio con lo stile dell’indimenticabile Marilyn di ”A qualcuno piace caldo”. Quindi, occhio a questa giovanissima attrice di grande talento, che assieme ai due protagonisti principali dona agli spettatori dei camei di altissima classe recitativa oltre che una serata di spumeggiante e gioiosa allegria.