Alessandra Canale e la sua spiritualità
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Alessandra, il tuo sito ufficiale è molto diverso da quello di molte delle tue colleghe, molto più intimo, personale. I visitatori, gli ammiratori, spesso sono a caccia di fotografie dei loro beniamini, nel tuo sito trovano invece principalmente “Alessandra”, il suo cuore, i suoi sentimenti, le persone ed i ricordi più cari.
Quando hai deciso di realizzare il tuo sito e perchè lo hai impostato in questo modo?
“Il sito in realtà è un regalo fattomi da mio marito qualche settimana prima del matrimonio. E forse conoscendomi l’ha concepito per descrivere, come giustamente dite voi, la vera “Alessandra”. Devo dire che quando mi è stata sottoposta la prima stesura, che e’ stata poi quella definitiva, mi sono ritrovata molto in questa immagine e non ho fatto apportare modifiche. Non e’ stato facile abituarsi all’idea di mettere in rete tutti i dettagli piu’ privati della propria vita, a volte e’ piu’ semplice mettere a nudo il proprio corpo che i sentimenti piu’ personali, la propria felicita’, il proprio dolore. Ma credo che il risultato sia soddisfacente anche per chi visita le mie pagine, considerando che il mio e’ uno dei siti con piu’ contatti tra quelli dei personaggi televisivi italiani, parecchie centinaia di migliaia di visitatori al mese! Comunque, dopo aver recentemente inserito qualche notizia sul mio matrimonio, credo che il prossimo ampliamento riguarderà qualche mia immagine un po’ più… sexy!”.
Normalmente per chi si avvicina al mondo dello spettacolo, a prescindere dal talento, le insidie e le proposte si nascondono ad ogni incontro di lavoro. A te e’ mai capitato di dover fare i conti con qualcuno che “ci ha provato”? Come hai superato l’ostacolo?
“Non sempre e’ facile, salvo casi molto espliciti, capire se si e’ di fronte ad un interesse sincero per la propria professionalita’ o piuttosto qualcosa d’altro. A me e’ ovviamente capitato in passato, all’inizio della carriera, e talvolta anche recentemente. Ricordo ad esempio lo scorso anno la vicenda di un impresario che mi aveva promesso una serie di manifestazioni artistiche. Non avendolo piu’ sentito per settimane gli ho chiesto notizie, e per tutta risposta mi ha freddato: “Beh, sai, ti sei sposata…”, alludendo chiaramente a quelli che erano i suoi malcelati obiettivi. E’ un grande sacrificio non scendere a compromessi, ma le ragazze che si avvicinano al mondo dello spettacolo devono sapere che le carriere basate sui letti anziche’ sulle qualita’ professionali non hanno mai futuro e durano lo spazio di un mattino. Conviene investire su se stesse, studiare, migliorarsi, cosi’ dopo qualche anno, oltre ad essere ancora sulla cresta dell’onda, ci si potra’ guardare allo specchio la mattina con la soddisfazione di dovere tutto esclusivamente alle nostre forze, ai nostri sacrifici e al nostro lavoro”.
La tua spiritualità traspare a chiare lettere, e per molti ammiratori che magari ti hanno vista in contesti come il processo del lunedi’, suonera’ inaspettata. Da dove nasce? E’ sempre stato cosi’ o qualcosa e’ cambiato nella tua vita all’improvviso?
“Sono sempre stata credente, e anche grazie alla fede ho superato momenti drammatici della mia vita, quali ad esempio quelli legati alla malattia e alla morte di mio padre. Ovviamente il mondo dello spettacolo ha le sue esigenze, ed essere credenti non vuol certo dire vestire in maniera monastica”.
Nel 1996 hai scritto un libro, La ragazza del Carrubo, che oltre ad essere la tua biografia e’ un po’ il centro del tuo sito, la via che hai scelto per comunicare chi sei realmente. Come mai ha deciso di scrivere un libro?
“Ho iniziato scrivendo a mano a mano degli appunti, un po’ per caso, come se fossero dei diari. Quando hanno cominciato ad essere parecchi, ho pensato che sarebbe stato utile raccoglierli in maniera organica”.
Tra i vari programmi che hai realizzato quale ti ha dato maggiori soddisfazioni professionali e a quale – a posteriori – avresti rinunciato volentieri?
“Non ho rimpianti per nessun programma realizzato, perche’ anche se alcuni possono avermi lasciato piu’ amarezze che soddisfazioni in ogni caso mi hanno insegnato professionalmente qualcosa e mi hanno aiutato a crescere. Poi dipende da quelli che sono gli obiettivi che ci si pone. Ad esempio bisogna ricordare che alcuni programmi sono molto curati e patinati, ma hanno un decimo dei telespettatori delle previsioni del tempo. Tra un programma di nicchia, magari a mezzanotte, e uno spazio di servizio che e’ utile per milioni e milioni di persone, preferisco quest’ultimo”.
Come sei arrivata in TV? Quali sono stati i passi cardine per fare di Alessandra Canale un personaggio televisivo di successo?
“Ho cominciato con dei contratti a termine, sempre presso la RAI, e dopo qualche tempo, nel ’90, sono stata assunta. In questo devo dire che sono sicuramente privilegiata rispetto tutte le colleghe del mondo televisivo, che lavorano sulla base di contratti che hanno la durata di una sola stagione”.
Un tuo difetto ed un tuo pregio?
“Il difetto? Forse fidarmi troppo delle persone. E poi nella vita quotidiana mio marito mi rimprovera di essere molto disordinata. Il pregio dovrebbero dirlo gli altri, pero’ credo di poter essere orgogliosa del fatto che tanti anni nel mondo dello spettacolo non hanno cambiato la Alessandra, cresciuta nella semplicita’ della campagna, che arrivo’ a Roma carica di speranze e di sogni”.
Dopo il matrimonio cosa cambierà professionalmente per Alessandra Canale? Quali sono i tuoi progetti lavorativi futuri?
“Professionalmente non e’ cambiato nulla, anzi il fatto di avere una presenza affettiva forte e sicura aiuta certamente anche nel lavoro. Credo molto nel matrimonio e non sono certo una di quelle che dopo un mese dalla cerimonia scappa col DJ di turno, anche perche’ mio marito credo mi riacciufferebbe ovunque! Poi il matrimonio stesso mi ha cambiata, il viaggio a Sarajevo in auto, attraversando la Bosnia da nord a sud, vedendo i villaggi in macerie, i segni della distruzione nelle citta’ e nelle anime, a pochi chilometri da casa nostra. E il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, che ha passato gli anni della guerra sotto le granate rischiando ogni giorno di morire, un uomo che esprime una serenita’ e una felicita’ contagiose. Ecco, credo che quelle esperienze di vita, di forza, di coraggio, di persone che hanno perduto tutto ma lottano ogni giorno per un sorriso, per essere felici con nulla, penso che siano una lezione di vita che molti dovrebbero avere l’umilta’ di provare”.