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Il restauro di “Una giornata particolare” di Ettore Scola

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Un capolavoro recuperato

L’Associazione Philip Morris Progetto Cinema, con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, ha promosso il restauro di uno dei piu’ importanti capolavori del cinema italiano: “Una giornata particolare” (1977) di Ettore Scola, tra i cui interpreti spiccano i nomi di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. L’illustrazione del restauro e il ricordo del film si sono svolti in un’affollata conferenza stampa indetta nella sala della Protomoteca al Campidoglio, alla presenza e con gli interventi del Sindaco di Roma Walter Veltroni e dell’assessore alle Politiche Culturali Gianni Borgna. Accanto a loro, oltre all’autore del film, Giuseppe Rotunno (Direttore del restauro), Maurizio Costanzo (che collaborò alla sceneggiatura del film con Ruggero Maccari ed Ettore Scola), i critici Tullio Kezich e Alessandra Levantesi (autori del volume che accompagna l’opera restaurata), Alessandra Giusti (Responsabile Esecutivo della P. M. Progetto Cinema) e la sempre splendida Sophia Loren, bersagliata dai flash dei fotoreporter, in un incontro che ha riportato, per incanto, un tonificante soffio di Dolce Vita in una caldissima giornata romana.

Il Sindaco Veltroni, aprendo l’incontro, ha esordito tessendo le lodi del film definendolo un capolavoro; un film capace come pochi di estrapolare dal piccolo quotidiano della casalinga Antonietta (Sophia Loren), fanatica del duce, e del radio-annunciatore Gabriele (Marcello Mastroianni), destinato al confino perché gay, alcune vicende-simbolo della degradata e avvilente realtà del fascismo. A seguire, l’assessore Gianni Borgna ha osservato come nel film di Scola l’aspetto privato e quello sociale, una volta ritenuti corpi a sé, riescano invece a fondersi in un’unica pagina di Storia, partendo da un dettaglio intimista per svilupparsi in un quadro collettivo. Alessandra Giusti, ha quindi ricordato che l’attuale restauro è il 26esimo, in ordine di tempo, in un complesso di 14 lungometraggi e 12 corti d’autore promossi dall’Associazione Philip Morris Progetto Cinema sin dal 1991, annunciando che per il 2004 l’Associazione sta valutando la possibilità di far restaurare “Cronaca di un amore” di Michelangelo Antonioni.

Riguardo al recupero della pellicola, ad Ettore Scola ho chiesto se e in quale modo avesse collaborato con Rotunno al restauro del film. «Con Rotunno non è possibile non collaborare» ha risposto Scola accennando un sorriso «La sua passione è tale da coinvolgere tutti gli altri. Quindi, ho seguito molte delle fasi del lavoro di restauro. Un lavoro particolarmente difficile, perché già nel ’77, quando girammo, c’erano stati degli accorgimenti anticolore. Cioè, ogni colore aveva una sua matrice, quindi se non si voleva il colore bastava abolire una data matrice. Il fatto è che queste matrici non esistono più, quindi si è dovuto accoppiare colore e bianco e nero dosando quest’ultimo fino al 70, 80, 90 % per desaturare la copia colore ed ottenere il risultato desiderato». Terminata la conferenza stampa, ho avvicinato Sophia Loren per avere un suo ricordo sul personaggio di Antonietta e l’attrice mi ha confessato: «Mi sono trovata molto bene nel personaggio di Antonietta. Ciononostante, al tempo, passavo delle notti insonni perché mi stavo cimentando in un personaggio che non ero abituata a fare. Ma poi, ho capito che con quel personaggio Ettore Scola aveva compreso quali fossero le mie aspirazioni in fatto di recitazione e con il suo aiuto, da quel momento, tutto andò per il meglio».

Chiudendo il resoconto di questa emozionante giornata particolare vissuta al Campidoglio, non voglio mancare di osservare che il film di Scola ha i crismi del vero capolavoro, non solo per una solida sceneggiatura esistente a monte (giocata in due piccoli appartamenti ed una terrazza) e per le grandissime interpretazioni degli attori principali, ma anche per il geniale e costante sottofondo radiofonico del commento all’adunata del 6 Maggio 1938 (giorno dell’arrivo di Hitler a Roma), che suona come ossessiva condanna di ogni libertà, dalla più piccola alla più grande. Ciò racchiude in sé anche un implicito monito rivolto all’attualità, verso chi tenta, stoltamente, di egemonizzare il campo dei media, in un piano destinato a fallire per merito di tante Antonietta e tanti Gabriele pronti ad incontrarsi inesorabilmente e all’infinito.

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