Ecco alcuni commoventi passaggi della lettera che Cristiana Ciacci ha scritto a suo padre, il grande Little Tony, per ricordare la sua tragica morte e confessargli, con queste parole, la felicità per la sua futura gravidanza.
Pubblicata sul settimanale DIPIU’ di Sandro Mayer.
Caro papà, voglio iniziare questa mia lettera per te con un ricordo che non mi ha mai abbandonato e mai lo farà. Quando il tuo cuore, cinque mesi fa, aveva smesso di battere, io ho chiesto a tutti, ai medici e ai tuoi fratelli, di rimanere sola con te, nella stanzetta della clinica. E in quel momento di dolore ti ho sussurrato: “Papà, caro papà, voglio dirti che aspetto un bambino. Aiutami se puoi, aiutami ad essere forte…”. Ti stringevo la mano senza più vita, con gli occhi che non avevano più lacrime, con il cuore devastato dal dolore. Ti ho “annunciato” così, quando ormai avevi lasciato la tua vita terrena, e forse con la speranza che in qualche modo potessi ancora “sentirmi”, di essere di nuovo incinta. cuore devastato dal dolore. Ti ho “annunciato” così, quando ormai avevi lasciato la tua vita terrena, e forse con la speranza che in qualche modo potessi ancora “sentirmi”, di essere di nuovo incinta.
Ti penso sempre papà, non c’è secondo della mia vita che non sia dedicato a te, al ricordo di quei giorni, gli ultimi, in cui tu eri sdraiato su un letto semicosciente, ad un passo dalla morte, mentre io ti stavo accanto, ti lavavo, ti accarezzavo, ti parlavo. Ma in quelle lunghe giornate, mentre la tua vita stava volgendo alla fine, dentro di me un’altra stava appena nascendo: due settimane prima della tua morte, avevo infatti scoperto di aspettare un bambino, ma decisi di non parlartene. Tu eri già preoccupato per la mia malattia, l’anoressia, e non volevo darti un altro pensiero. Non so se ho fatto bene o ho fatto male, forse ti scrivo anche per chiederti scusa di averti nascosto un momento della mia vita così importante.
Non sai quanto mi sia costato mantenere il segreto, tante volte, mentre mi guardavi con quei tuoi occhi sofferenti dalla malattia, ho avuto la tentazione di dirtelo, oppure mentre dormivi, volevo sussurrartelo nell’orecchio, ma avevo paura che tu mi potessi sentire, non volevo agitarti.
Combatto con l’anoressia da ormai tredici anni e tante volte sono arrivata vicino ad un limite, oltre il quale si po’ anche rischiare la vita. Il rifiuto del cibo per me è sempre stato un rifiuto della vita, la mia, che mi ha causato tanta sofferenza. Sia quando ero piccola e tu e la mamma eravate sempre fuori per lavoro, che da grande, con i miei rapporti conflittuali con gli uomini, che con molta probabilità, sono solo lo specchio dello scontro che ho con me stessa.
E poi ancora, rivolgendosi al padre:
Nel tuo ultimo mese di vita, ero arrivata a pesare quarantacinque chili, prendevo tanti tranquillanti e a stento riuscivo a stare in piedi, le uniche energie che avevo erano per te, le impiegavo per sollevarti dal peso di quel male orrendo che ti stava mangiando da dentro. Scoprire di aspettare un bambino è stata per me una sorpresa, perché nelle mie condizioni fisiche era quasi impossibile rimanere incinta, ma tu, già preoccupato dalla mia anoressia, saresti impazzito dal dolore nel sapere che avrei dovuto affrontare una gravidanza così complicata senza il tuo aiuto e il mio obiettivo, era quello di tentare di farti morire sereno.
E nel finale:
Melania nascerà a dicembre, come un tuo regalo di Natale e già penso al suo Battesimo, mi piacerebbe celebrarlo il nove febbraio, il giorno del mio e tuo compleanno, nel Santuario della Madonna del Divino Amore, un luogo a cui tu eri legatissimo, dove si è svolto, come desideravi, anche il tuo funerale.
Però se guardo le foto del Battesimo degli altri miei figli, ti vedo sempre accanto a noi e mi rendo conto che questa volta, tu non ci sarai, allora per me il peso della tua assenza diventa un macigno e penso che la vita, forse un anno in più avrebbe anche potuto regalartelo, per avere almeno quella foto, anche una sola.
Fonte: DIPIU’