Al cinema dal 3 aprile: “NOTTETEMPO” di Francesco Prisco

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Il giornalista Osvaldo Contenti

Un noir… a lieto fine

Trama

Un autobus sfonda un guard rail e rovesciandosi fuori strada intrappola tra le lamiere contorte e un principio di incendio tutti i passeggeri a bordo. Il poliziotto Matteo (Giorgio Pasotti) riesce a portare in salvo solo Assia (Nina Torresi), prima che il veicolo esploda. Tra le vittime c’era anche Giada (Valeria Milillo), che aspettava un figlio dal cabarettista Enrico (Gianfelice Imparato), il quale possiede una pistola e medita vendetta…

Un intenso Giorgio Pasotti, da attore esperto e navigato qual è, vara e manovra con destrezza il veliero dell’opera prima di Francesco Prisco, un noir non di maniera opportunamente intitolato “NOTTETEMPO”.

Perché è soprattutto di notte che i temi cardine del film scatenano una serie di reazioni a catena apparentemente incontrollabili, tali da far presagire uno svolgimento drammatico degli eventi, quando la ragione degli uomini barcolla e a tenersi saldi rimangono solo i mostri del rancore, dell’odio e della vendetta.


Sentimenti non convenzionali per la cinematografia italiana, che invece al suo primo lungometraggio il regista 36enne, originario di Frattamaggiore in provincia di Napoli, padroneggia con assoluta scioltezza, anche grazie a degli straordinari attori, che oltre al nominato Giorgio Pasotti, vedono Nina Torresi, Gianfelice Imparato, Esther Elisha, Antonio Milo, Valeria Milillo (e anche il piccolo Samuel Colungi) essere compiutamente e diligentemente nella parte assegnatagli, fornendo agli spettatori un’esemplare recitazione corale, quindi senza eccessi di protagonismo, ma volta ad evidenziare un insieme crescente di articolati momenti drammatici, che sembrano sempre essere a un passo dall’irreparabile.

Ma un dramma pone comunque delle scelte, ed ogni protagonista principale dovrà decidere se attraversare il buio tunnel della vendetta o tornare sui propri passi, facendo prevalere il sentimento del perdono, dote principale dell’umana ragionevolezza.

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