La più amata dagli italiani ci parla del suo debutto in Radio con la conduzione del programma Citofonare Cuccarini, in diretta dal lunedì al venerdì su Rai Radio 1.
«Voglio subito cominciare parlando di questa mia esperienza in radio. Un mezzo di comunicazione straordinario, “antico” e moderno allo stesso tempo, in cui la voce, con tutte le sue sfumature, la fa da padrona.
Il mio programma va in onda dalle 17:40 alle 19:00 e ogni giorno sono in compagnia di amici, gente comune e personaggi famosi dello spettacolo che si raccontano, parlandoci dei loro impegni professionali e privati. Con me ci sono Fabrizio Sabatucci e il Maestro Acqua, bravissimi e scatenati».
Incontriamo Lorella Cuccarini durante la diretta del suo programma radiofonico e in pausa, si confessa sulle pagine di PALCOSCENICO tra lavoro e vita privata.
Nella sua carriera si è cimentata in quasi tutte le attività dello spettacolo, dai suoi esordi come ballerina in tanti spettacoli di successo come Fantastico 6 e Fantastico 7, rispettivamente del 1985 e 1986, alla sua conduzione di Odiens, la cui sigla La notte vola, è ancora nelle orecchie di tutti noi. Continuando poi con infiniti programmi come Paperissima e Buona domenica, e con la conduzione del celebre Festival di Sanremo insieme a Pippo Baudo, suo pigmalione, nel 1993. E alla partecipazione allo stesso Festival come cantante nel 1995, per non parlare del teatro. Insomma, la lista potrebbe naturalmente andare avanti ancora per molto ma, come vive una grande professionista come lei, questo debutto in Radio?
«Benissimo, la radio era proprio quello che mancava tra le mie esperienze professionali. Mi piace l’idea di accompagnare, con il mio programma, la gente mentre si trova in macchina, al lavoro o in casa. Ho imparato l’arte di modulare la voce, controllando ogni sfumatura, cosa che in televisione un po’ si sottovaluta, visto che l’immagine è preponderante».
Ma non le manca un po’ la televisione?
«Naturalmente sì, come mi mancano tutte le cose che ho fatto. Dopo tre anni di grande soddisfazioni con Domenica In, credo sia inevitabile. Però mi piacerebbe tornare sul piccolo schermo con un bel programma innovativo e di qualità e non solo per esserci».
Tra le tante esperienze professionali, qual è quella che le ha dato più soddisfazioni?
«E’ difficile scegliere, sono state tutte molto importanti nella mia vita. Ma forse il debutto in teatro nel 1997 con Graese, mi ha fatto provare le emozioni più forti. E poi c’è l’impegno nel sociale che dal 1994 mi vede in prima fila con la maratona televisiva annuale di beneficenza Trenta ore per la vita, che mi dà infinite gratificazioni dal punto di vista umano».
Ha quattro figli avuti da suo marito Fabio Testi: Sara, nata nel 1994, Giovanni, nato nel 1996 ed i gemelli Chiara e Giorgio, nati nel 2000. Qualcuno di loro ha ereditato quello che si chiama il “sacro fuoco dell’arte” da lei?
«I due maschietti sono musicisti e le mie figlia cantano, ma solo ed esclusivamente per divertimento. Non c’è ancora l’intenzione di trasformare questo in una professione. Poi quando cresceranno decideranno loro. E poi chissà, se il destino vorrà, arriverà il quinto figlio e vedremo. Io non metto limiti».