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PRIMAVERA, SBOCCIAMO TRA LA BELLEZZA

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Primavera non bussa, lei entra sicura” cantava De Andrè e allora non ci resta che festeggiarla, perché non solo per la natura, ma anche per noi rappresenta una rinascita.

Agli sgoccioli temporali, ci prepariamo ad osservare – prendendone parte – la rituale trasformazione vitale dell’ambiente che ci circonda: la Primavera, l’anima della natura.

MANDORLI IN FIORE

Il suo arrivo è già stato preannunciato dai ricami dei mandorli in fiore, i cui fiori delicati che precedono la comparsa delle foglie sono in grado di resistere agli sbalzi termici tipici di questo periodo.

Per questa capacità di fiorire con grande anticipo le antiche popolazioni della Siria e della Mesopotamia chiamavano il mandorlo “saked”, ovvero vigilante in quanto percettore dei primi segnali di primavera.

Il suo fiore riassume in sé il significato profondo che la Primavera simboleggia, oltre che per la natura, anche per l’essere umano quello di “rinascita”: rinascita della vita, rinascita spirituale, rinascita della persona.

DEA INANNA

Andando indietro nel tempo e nella storia, già nell’antica civiltà dei Sumeri, l’Equinozio di primavera (21 marzo) era una data molto importante in quanto era stabilito il primo giorno dell’anno, essendo essenzialmente un anno agricolo scandito dalla Luna. I Sumeri erano convinti che la natura rinascesse ogni anno attraverso un Matrimonio Sacro tra Innana – Regina dei cieli e della terra, dea dell’amore, della fertilità – e Dumuzi dio della vegetazione e delle messi.

Questo matrimonio era realmente celebrato tra una sacerdotessa del tempio di Eanna (che rappresentava la dea, per l’occasione purificata, profumata di rare essenze, acconciata ed istruita per le fasi del rito) ed il re della città che assumeva le funzioni di Dumuzi. Ciò avveniva alla presenza dei sacerdoti che interpretavano attentamente quanto accadeva per prevedere come sarebbe stato l’anno futuro.

La Pasqua

Forse non tutti sanno che le tradizioni tipiche della Pasqua hanno origini pagane: ecco perché tuttora cade la domenica dopo il primo plenilunio dall’Equinozio di primavera. La Pasqua infatti, coincide con la domenica che segue la prima luna piena dopo il 20 marzo.

Questa modalità di calcolo evidenzia il legame della Pasqua con le festività propiziatorie della fecondità della terra: in epoca romana, ad esempio, proprio nel periodo che seguiva l’Equinozio si celebrava il dio Attis, la cui morte e resurrezione simboleggiava il ciclo della natura.
Persino il significato simbolico dell’uovo di Pasqua risale ad epoche antiche, come si può vedere dalle statue pagane della Dea Madre, la cui fertilità era rappresentata, appunto, dalle uova.

La Pasqua, perciò, non è solo la festa della resurrezione in senso strettamente religioso: è la festa della rinascita, del risveglio, della trasformazione e della vita in tutti i suoi molteplici aspetti. Un’occasione di gioia e ringraziamento per il benessere e i frutti che la terra vorrà donare nei mesi successivi.

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