In libreria: “RENDIMI ALTARE” di Angela Ragusa

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Il giornalista Osvaldo Contenti

Sulle ali della poesia

L’atto del fare l’amore è un rito pagano con caratteristiche ancestrali e Angela Ragusa ce lo ricorda costantemente in questa sua matura raccolta di poesie, intitolata “RENDIMI ALTARE”, edita da LietoColle. Poesie che non sembrano solamente tali, perché il loro andamento liturgico é talmente denso da sfociare nella mediazione simbolica del rito e nella sua conseguente rappresentazione plastica, con ampi richiami ellenistici, tanto da rammentare le poesie amorose di Teocrito.

Da questo punto di vista, la poesia “Il peccato della regina” è assolutamente emblematica, in quanto recita così: Di passione il tuo sguardo / mi attende, giaciglio / nella dimora del prendersi. / Si compie un peccato divino / e sul trono del mio re / siedo trionfante. Una lirica che ci fornisce subito la giusta chiave per aprire il ricchissimo scrigno poetico di Angela Ragusa. Perché la scelta dei termini “giaciglio” e “dimora” già sottendono a non banalizzare il luogo, bensì ad elevarne lo status, che partendo dalla raffinata ambientazione simbolica ha tutte le caratteristiche essenziali per ospitare l’atto regale – quello del delizioso ossimoro di un “peccato divino” – in cui Re e Regina si incoronano a vicenda mediante l’efficacissima metafora del “trono”. Così, tra “danze notturne”, “ciliege turgide” e “radici avvinghiate”, la poetessa imbastisce un assieme di emozioni senza tempo, pronte a sciogliersi e a ricomporsi dove e quando ve ne sia bisogno, senza mai perdere il filo del desiderio, unica condizione a che tutto si compia in una dimensione ideale, sfruttando i sensi come veicolo “musicale” per arrivare all’armonia degli stessi.

Al di là di questo, l’autrice a volte guarda altrove, magari verso direzioni molto meno quiete e idilliache.

E in quei casi il suo sguardo è smarrito, come in “Rosa avvizzita” o in “Declino”, o severissimo, come in “Marcia nuziale”. E allora ci accorgiamo che dietro il fitto sipario della passione spesso si celano delle ombre inconfessabili o delle ataviche ingiustizie, verso le quali l’analisi è cruda e assolutamente implacabile. Quindi, Luna Piena e Luna Nera si affacciano nello stesso volume di poesie, una volta ricoprendoci di luce azzurrina e l’altra ammantandoci di cupi tormenti. Quale fase lunare scegliere tra le due? Nessuna, ovviamente. Perché l’una non esisterebbe senza l’altra, per quella legge dei contrari che dà equilibrio al tutto, anche alla straordinaria produzione lirica di questa poetessa alla sua opera prima. Ma di cui sono certo sentiremo parlare a lungo, per la sua capacità di sublimare concetti eterni, con un’eleganza tutta da scoprire, come “un’aurora dei sensi che appare d’incanto“.

Un quesito ad Angela Ragusa

All’autrice di “RENDIMI ALTARE”, che ringrazio per l’attenzione che mi ha concesso, ho rivolto il seguente quesito, al quale Angela Ragusa ha risposto in modo assai esauriente, regalandoci anche un intimo “autoritratto” poetico di notevole spessore e di grandissimo candore.

Quali sono le poesie contenute in “RENDIMI ALTARE” che ti rappresentano di più e perché?

“Le poesie a cui mi sento più legata sono tre: “Rendimi altare”, “E mi rivesto di ali” e “Ogni mia illusione”. Perché in “Rendimi altare” concentro il mio modo di amare e di essere amata utilizzando la metafora dell’altare come luogo sul quale prende vita il sacrificio dell’amore (il mio), ma al contempo il luogo in cui io identifico me stessa, ponendomi al di sopra di ogni interesse da parte del mio “amante”. Quindi io – sull’altare ed io-altare… Tra l’altro mi piace pensare che il mio amante possa essere la poesia stessa per la quale io mi dono, ma nei confronti della quale io divento indispensabile. Poi, mi ritrovo anche in “E mi rivesto di ali”, perché scritta nei miei tanti momenti di “algia” del “Nostos”, di quel dolore che procura il bisogno del “ritorno”, che credo sia nota dominante e causa del mio scrivere. Io, siciliana, emigrata in luoghi montuosi così diversi da quelli natii, riesco ad andare oltre quell’oltre che “ambisce il lontano” e dove “l’odore di scoglio” ( il mare) mi fa sentire a casa. Ed ecco che mi rivesto delle ali della poesia e dell’immaginazione per trasportarmi d’incanto attraverso il nostos della memoria al mio Ionio e alla mia Sicilia. Infine, mi rispecchio anche in “Ogni mia illusione”, dove il mio animo rimasto fanciullo mi fa sentire “regina” di un mondo pieno di fantasia, dove posso ancora stupirmi, dove ancora ogni mia illusione ha senso d’esistere, dove il sogno della poesia resta intoccabile ed eterno, dove Angela può vivere credendo ancora alle favole e al cielo sempre azzurro…. Questo perché, per me, la poesia rappresenta il mondo in cui da tempo mi sono voluta rifugiare. Scrivere porta a conoscer-mi ed in questo approfondir-mi ho scoperto tante cose di me. Poesia è esercizio mentale con il quale mi piace misurarmi, è una sfida di me contro me stessa, un allenamento continuo per la mia mente, una vera passione che stando qui seduta, da ferma, mi dà la gioia di “poiesis”, di fare, di concepire “enormità”, almeno per me!”.

Conosciamo l’autrice

Angela Ragusa nasce a Catania. Nella città etnea cresce fino ai suoi tredici anni ,trasferendosi poi con la famiglia a Siracusa dove frequenta il liceo classico. Dopo il diploma intraprende gli studi universitari iscrivendosi alla facoltà di Biologia. Sposata, vive da 25 anni a Montesarchio provincia di Benevento. Attiva da oltre 15 anni nel campo culturale, ha ricevuto continue segnalazioni per la sua scrittura. Premiata a più concorsi sia poetici che letterari, fa parte dell’Associazione Telese-Terme Poesia, e dell’illustre Società Dante Alighieri con la quale contribuisce come giudice al Premio “Strega”. Viene spesso chiamata a declamare le sue poesie presso circoli culturali e molte delle sue liriche si trovano anche inserite presso cataloghi artistici o riviste letterarie come “Isla Nigra” della scrittrice Giovanna Mulas, tradotta in varie lingue. Ha contribuito con una sua lirica all’antologia di poesie “Una poesia per l’Abruzzo”. Il ricavato della vendita del libro è stato devoluto in beneficenza per un orfanotrofio della città terremotata. Membro di giuria in vari concorsi letterari organizza inoltre salotti culturali con grande successo. Recentemente ha pubblicato la sua “opera prima” il libro “Rendimi altare”, edito da una delle più qualificate case editrici in campo di poesia, la “LietoColle”.

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