Un futuro pieno di passato
Ogni buon romanzo reca in sè una sorta di chiave di volta, un elemento portante che regge tutta la struttura narrativa, dando senso e stabilità ai pilastri dell’intero intreccio letterario. Nel caso dell’ottimo romanzo di Gilberto Canu, intitolato Il rovescio del tennista (edito dal Gruppo Albatros Il Filo), tale pietra angolare è rappresentata dall’asserzione del professor Olmo Ferrari: “Il mio futuro è pieno di passato”. Un dolente ed efficace ossimoro, che poi non si rivelerà affatto tale, rivolto alla dottoressa Elsa, primario del policlinico Gemelli di Roma, che ha appena salvato da un infarto proprio il professore, suo diretto superiore, che la donna ama segretamente da venti, lunghi anni. E da questo momento in poi il lettore verrà invitato a scoprire il perché di tanta, sofferta pena da parte del professore. Un segreto che Olmo Ferrari vorrà condividere con Elsa in un viaggio della memoria, per una catarsi che sfocerà in una singolarissima e quantomai dolorosa purificazione. Il tutto abilmente miscelato tra il passato prossimo e il passato remoto di vari personaggi, che, in definitiva, come in un’onirica allegoria, riassumeranno tutti gli accadimenti in un capiente “presente storico”, capace di abbracciare tutte le dimensioni temporali in una sola: quella delle scelte, di chi indugia a trarre le conseguenze di un aspro conflitto, e di chi, invece, più temprato dalla vita, saprà porre fine alle tensioni con una sentenza finale senza alcun appello. Di più non possiamo svelarvi, perché il romanzo in questione, come e meglio di un noir, risolve ogni dramma interiore solo con lo svolgersi degli stessi. Quindi sarebbe deleterio fornirvi ulteriori tracce nodali sulla conclusione di una trama che attende proprio le intuizioni e l’empatia del lettore per svelarsi apertamente. Ma oltre all’analisi dell’avvincente intreccio, va detto che il libro di Gilberto Canu è molto valido e coraggioso anche dal punto vista dell’impianto strutturale. In quanto, l’autore, cacciandosi volutamente nei guai, ne “Il rovescio del tennista” fa ciò che ogni saggio scrittore ha il terrore di rappresentare: due o più ambiti storici da narrare contemporaneamente. Una complicazione che in un film si risolve tramite dei semplici flashback, ma che in un romanzo rappresenta un azzardo dalle soluzioni assolutamente non facili. Eppure Gilberto Canu riesce nell’intento, anche con bello stile. Confidando, certo, in un lettore attento, ma anche nella capacità di addensare in pochi e guizzanti paragrafi la summa e il senso di un dato periodo di tempo e il suo catapultarsi, con immediatezza, in un altro completamente diverso. Un edificio narrativo assai complesso che tradisce l’abilità propria di un architetto, che infatti rientra tra le competenze professionali del Nostro. In un romanzo che spesso si ammanta di malinconia, regalandoci delle brillantissime pagine di luminosa poesia.
Note biografiche dell’autore
Gilberto Canu è nato a Sant’Agata Bolognese nel 1953. Laureato in Architettura nel 1980 all’Università La Sapienza di Roma. Svolge la professione nella Provincia bolognese. E’ stato sindaco del suo Comune per due legislature, ha due figli Leonida e Saverio. “Il Rovescio del Tennista” è il suo secondo romanzo, ha pubblicato con SBC Edizioni “Valle Giulia”.
In libreria e on line
Il volume Il rovescio del tennista, di 151 pagine, scritto da Gilberto Canu ed edito dal Gruppo Albatros Il Filo, è in vendita presso la catena di librerie Coop, diffusa in ambito nazionale e nelle maggiori città, tranne che a Roma, dove è disponibile nella libreria Il Filo, sita in via Basento 52