Un tripudio di effetti speciali!
Industrial Light & Magic, l’azienda californiana superspecializzata nel realizzare dei raffinatissimi effetti speciali, facente parte del glorioso gruppo LucasFilm, ha fatto le cose in grande per Transformers – La vendetta del Caduto, seguito del Transformers del 2007, diretto come in questo secondo capitolo dall’ormai lanciatissimo Michael Bay.
Il perché è presto detto, in quanto è condensabile in cifre da capogiro: 147 minuti di durata totale del sequel, 12 in più del capostipite, di cui 51 dedicati ai sontuosi effetti speciali, con 46 robot in azione, a fronte dei “soli” 14 del film precedente, per 145 terabytes di memoria utilizzati nelle workstation, che tra le altre scene hanno incamerato anche quella più spettacolare: la simulazione della Grande piramide di Cheope, con sua relativa distruzione ad opera di Autobots e Decepticons, ancora in lotta per il controllo dell’Universo. Cifre da brivido, come dicevo, che unite ad una doppia, convincente interpretazione da parte dei protagonisti principali, il vivace Shia LaBeouf (Sam Witwicky) e la bellissima Megan Fox (Mikaela Banes), fanno prevedere che per questo sequel potranno essere superati i 700 milioni di dollari incassati con il primo Transformers.
Detto questo, però, per contrappasso, con Transformers 2 il rischio che si corre è quello di trovarsi invischiati in una sorte di “overdose” da effetti speciali, che alla lunga sfilacciano anche i contenuti del plot, relegandoli ad un secondo piano che certo non innalza la fase di coinvolgimento del film, allentando il feeling emozionale invece che esaltarlo come dovrebbe.
Curiosità:
Se tutte le texture digitali realizzate per il film fossero stampate su fogli da un metro quadro, la loro ampiezza coprirebbe l’estensione di tredici campi da football americano.