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STAR TREK, di J.J. Abrams

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Il miglior Star Trek di tutti i tempi

L’undicesimo episodio di STAR TREK, diretto da J.J. Abrams, è il migliore in assoluto di tutta la lunga serie cinematografica. Merito degli sceneggiatori Roberto Orci e Alex Kurtzman che hanno confezionato un prequel perfetto, ma anche del regista Jeffrey Abrams (Mission: Impossibile III, produttore di Alias, Lost e Fringe) che ha saputo dosare con eccellente maestria i momenti d’azione e quelli di riflessione, in cui i giovani Kirk e Spock, per la prima volta, ci svelano i loro difficili e turbolenti trascorsi. Un importante e decisivo tassello iniziale, finora mancante, che non solo aderisce compiutamente alla saga fantascientifica ideata da Gene Roddenberry (andata in onda negli States sul canale NBC a partire dal lontano 1966), ma che ora finalmente ci permette di stabilire il come e il perché di un legame tanto saldo tra due opposti: l’esuberante capitano della nave spaziale U.S.S. Enterprise James Tiberius Kirk e il logico e freddo ufficiale scientifico proveniente dal pianeta Vulcano. Ma non solo. Perché in questo densissimo e articolato prequel anche i personaggi più amati della serie, dall’ufficiale medico Leonard “Bones” McCoy all’ufficiale alle comunicazioni Uhura, con l’aggiunta di Scotty, Chekov e Sulu ne escono ben delineati, con quelle caratteristiche che andranno giocoforza a formare il gruppo più affiatato e coeso della storia della fantascienza. In uno script che non spicca certo per originalità, ma che comunque assolve perfettamente al compito di presentarci ogni personaggio per quel che era. Così, in questo Star Trek XI, assisteremo al viaggio inaugurale della U.S.S. Enterprise con a bordo tutti i personaggi “storici” della serie, dove questi dovranno dimostrare sul campo, in un’avventura spaziale con annessi salti temporali, tutto il loro valore di fronte ad un nemico scaltro e inatteso: il comandante Nero (un eccezionale Eric Bana), a capo di una immane e mostruosa astronave romulana, chiamata Narada, capace di trasformare una stella o un pianeta in un buco nero grazie a una micidiale Materia Rossa.

Un plot in cui specialmente i giovani attori Chris Pine (Kirk) e Zachary Quinto (Spock) non sfigurano affatto nel confronto con i predecessori del calibro di William Shatner e Leonard Nimoy, in un film che per l’eccellente fattura, sia in fase di sceneggiatura che di riprese, sono certo verrà molto apprezzato anche da un pubblico non avvezzo al genere della science fiction.

Curiosità: Nel film di Abrams l’attore Leonard Nimoy, oggi settantottenne, reinterpreta il vulcaniano Spock in alcuni preziosi e sorprendenti camei che lo mettono di fronte a un se stesso davvero particolare.

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