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ULTIMATUM ALLA TERRA, di Scott Derrickson

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Klaatu tra effetti speciali e ambientalismo

Questa nuova pellicola con l’alieno Klaatu è un remake dell’omonimo capolavoro di fantascienza che nel ’51, per la regia di Robert Wise, segnò una svolta per i cosiddetti film di genere Sci-Fi. Infatti, da quel momento la science fiction passò dall’essere considerata semplice narrativa popolare alla consacrazione di farsi portabandiera di una dura critica sociologica, che allora prendeva di mira soprattutto lo spauracchio della guerra fredda e l’incessante aumento degli ordigni nucleari, capaci di spazzar via in un sol colpo anche le più grandi megalopoli della Terra. Ma l’odierno ULTIMATUM ALLA TERRA, diretto da Scott Derrickson (noto per lìhorror The Exorcism of Emily Rose), com’è ovvio, non potendo più rifarsi ai temi della vecchia disputa Usa-Urss, aggiorna l’asse di tale critica spostandola sul versante ambientalista, reputandoci colpevoli di mettere a rischio l’esistenza stessa del terzo pianeta. Per cui, l’extraterrestre Klaatu in versione 2008 (interpretato da un glaciale Keanu Reeves), pur “amico della Terra”, subito dopo il suo atterraggio fa capire che non ci sarà scampo per l’umanità se la stessa non adotterà le necessarie contromisure per salvaguardare il suo habitat naturale. Ma queste ottime intenzioni in versione “verde”, pur se supportate dai dei sontuosi effetti speciali, come lo “sciame distruttore” o la fantastica “sfera di luce” che funge da astronave spaziale, non approdano a dei risultati convincenti. Perché il film risulta lento, verboso, recitato didascalicamente, mancante di azione e soprattutto di quella suspence che caratterizzò così bene l’originale del 1951. Un’occasione mancata, quindi, che certamente può soddisfare lo spettatore dal punto di vista visivo per gli effetti speciali già citati, ma che non ha il nerbo narrativo sufficiente per essere classificato come un buon film di fantascienza.

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