01) Cinema
IL NASCONDIGLIO – regia di Pupi Avati
Ritorno alle origini per Pupi Avati che con l’ottimo “Il nascondiglio” torna alle atmosfere nere di inizio carriera dopo tanti anni di film autobiografici e sentimentali. Ambientato a Davenport nello stato dell’Iowa il film si apre nell’inverno del 1957: durante una tremenda tormenta di neve, una grande casa isolata è sconvolta da un terribile delitto. Cinquantacinque anni dopo, in quella stessa casa rimasta chiusa per mezzo secolo, una donna di origini italiane decide di aprire un ristorante ma non appena mette piede nell’edificio i fantasmi del passato tornano a tormentarla… Pupi Avati riesce a creare la paura giocando sulle sottrazioni…nessun elemento splatter, poco sangue, musica calibrata e mai invasiva (del Maestro Riz Ortolani)…elementi che il regista dimostra ancora una volta di saper gestire al meglio così come nei suoi cult del passato come “La casa dalle finestre che ridono”, “Zeder” e “L’arcano incantatore”. Laura Morante, per la prima volta alle prese con un thriller, è assolutamente perfetta nel ruolo della protagonista, impaurita e al tempo stesso testarda nel voler scoprire la verità sui misteri della casa “maledetta”. Il personaggio di “Lei” (infatti la protagonista non ha un nome) è una delle caratterizzazioni più indovinate dell’intera carriera della Morante. Burt Young, Rita Tushingham e Treat Williams aggiungono il giusto tocco internazionale alla pellicola ma è un piacere trovare nel cast anche Sydne Rome, Angela Goodwin, Yvonne Sciò e, in piccoli camei, due stelle del cinema di genere come Venantino Venantini e Giovanni Lombardo Radice. Tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso Avati, “Il nascondiglio” regala al pubblico brividi d’autore.
FRED CLAUS – regia di David Dobkin
Che vita difficile quella di Fred Claus, cresciuto all’ombra di un fratello minore, Nick, coccolato e sopravvalutato dai familiari. Quando poi il fratello “diventa Babbo Natale” ecco che i rapporti tra i due si interrompono e Fred decide di crearsi una propria vita mantenendo un sano disprezzo verso qualsiasi cosa possa esaltare il mito di Babbo Natale. Ma, trovatosi nei guai con la giustizia, Fred si trova costretto a chiedere un aiuto economico all’odiato fratello che in cambio gli offre di lavorare, per il periodo delle festività, nella sua “ditta” popolata da simpatici elfi e presa di mira da un terribile ispettore del lavoro deciso a mettere nei guai Babbo Natale… Un film divertente con un cast di stelle che vede la presenza di tre premi Oscar quali Kevin Spaecy, Kathy Bates e la bella Rachel Weisz a supportare l’ottima performance dei due protagonisti Vince Vaughn (Fred Claus) e Paul Giamatti (Nick “Babbo Natale” Claus). Esilarante il cameo di tre veri fratelli d’arte (Roger Clinton, Stephen Baldwin e Frank Stallone) che si ritrovano, insieme a Fred Claus, in una bizzarra terapia di gruppo per fratelli di personaggi famosi…da non perdere!
MATRIMONIO ALLE BAHAMAS – regia di Claudio Risi
Anticipando i tempi rispetto al classico periodo da cine-panettone arriva nelle sale a Novembre “Matrimonio alle Bahamas”, film che riunisce un fortunato gruppo di attori “natalizi” a partire da Massimo Boldi affiancato da Anna Maria Barbera, Enzo Salvi, Biagio Izzo, i Fichi d’India e la prorompente Victoria Silvsted. Scritto dagli infaticabili fratelli Vanzina (ma diretto da Claudio Risi, “figlio e fratello d’arte”, già regista de “I ragazzi della terza C”) “Matrimonio alle Bahamas” è una commedia gradevole perfettamente in linea con il nuovo corso artistico di Boldi inaugurato con la serie televisiva “Un ciclone in famiglia”. Il tassista Cristoforo Colombo (Massimo Boldi) con moglie e parenti al seguito parte verso le Bahamas dove la bella figlia (Lucrezia Piaggio) ha scelto di sposarsi con il giovane e ricchissimo rampollo di una famiglia di arricchiti italo americani. I contrasti culturali e “patrimoniali” verranno fuori inevitabilmente… Boldi è come sempre a suo agio nel tratteggiare il ruolo del milanese trapiantato a Roma, ma un plauso speciale va ad Anna Maria Barbera, per la prima volta in un ruolo più corposo e a Biagio Izzo, artista che meriterebbe una prova anche al di fuori del genere comico tout-court. Enzo Salvi nel ruolo del coatto agli arresti domiciliari e i Fichi d’India nei panni dei surreali “cugini di Varese” completano il team delle risate. Film senza pretese, leggero e divertente.
02) TEATRO
Con la regia di Marco Bracco e la collaborazione di Graziella Martinoli, “La Surprise de l’Amour” è una nuova produzione, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Pierre Marivaux (nella traduzione di Valentina Lupi), proposta in una rilettura attuale, con le musiche originali di Luca Angelosanti e Francesco Morettini, le coreografie di Simone Magnani e Cristiano Fabbri e le scene e i costumi di Roberto Rebaudengo. Il prestigioso cast – calibrato sulla presenza di nuovi talenti ed artisti già affermati – e un ensemble di ballerini professionisti, daranno vita ad uno spettacolo che racchiude in sé le caratteristiche proprie delle migliori produzioni di musical e quelle della commedia musicale italiana ed europea. Assoli, duetti e parti corali saranno il mezzo per esprimere il tema portante dell’opera, l’Amore, che si svilupperà in un costante dialogo tra le atmosfere neoclassiche e quelle contemporanee, attraverso i linguaggi di allora e di oggi: recitazione, canto, danza, musica e cinema. “La Surprise de l’amour” – spiega il regista Marco Bracco – costituisce davvero una scelta non convenzionale. Le qualità proprie del testo di Marivaux, giocato per intero intorno al tema degli opposti e delle contraddizioni tra l’essere e l’apparire, il comico e il drammatico, la ragione e il sentimento sono state interpretate stilisticamente dal connubio tradizione ed innovazione che ha guidato le scelte della messa in scena. Dal punto di vista della regia mi sono ispirato liberamente al testo di Marivaux in virtù di una rivisitazione che privilegi l’idea dell’amore in tutte le sue sfaccettature. Ambientata in un luogo ideale, la piéce si snoda come una lunga riflessione su amore, arte e vita, sintetizzati perfettamente nella figura di Don Juan (interpretato da Stefano Gullotta), personaggio che rappresenta il mito di Don Giovanni nella contemporaneità e Deus Ex Machina della mia rilettura”.
JESUS CHRIST SUPERSTAR TEATRO BRANCACCIO – Roma Dal 27 novembre al 16 dicembre 2007 LA PIÙ GRANDE OPERA ROCK TRADOTTA IN ITALIANO ARRIVA FINALMENTE A ROMA
“Jesus Christ Superstar” è il più popolare musical-opera rock al mondo. Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice che racconta in musica gli ultimi sette giorni della vita di Gesù di Nazareth, torna in scena interamente tradotto dalla Compagnia della Rancia che, dal 1988, produce i maggiori musical internazionali in versione italiana. Lo spettacolo, dopo aver conquistato oltre 70.000 spettatori nella scorsa stagione, arriva a Roma al Teatro Brancaccio. Discusso, contestato, ma indiscutibilmente amato dagli appassionati del rock come dai melomani, “Jesus Christ Superstar”, la prima opera professionistica di Webber e Rice, debuttò sul palcoscenico del Mark Hellinger Theatre di Broadway nel 1971, dopo aver appassionato il pubblico in versione album (la voce di Gesù era quella di Ian Gillan dei Deep Purple). Il fenomeno esplose a Londra nel 1972, dove rimase in scena per 3.358 repliche, cambiando l’immagine del musical per sempre. Da allora, “Jesus Christ Superstar” è stato rappresentato in decine di paesi nel mondo, compresi Kenya, Messico, Zimbabwe e Israele, e le liriche di Tim Rice sono state tradotte in oltre 10 lingue tra cui tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, ungherese e giapponese. Alcuni brani sono diventati autentici cult nel panorama del rock internazionale, come lo struggente “I don’t know how to love him”, recentemente riproposto nell’ultimo album della cantante irlandese Sinead O’ Connor in una graffiante interpretazione.
La versione italiana, con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, oggi tra i registi italiani più innovativi specializzati nel musical, vede in scena oltre 20 interpreti che danno vita a uno dei più straordinari successi della storia del teatro musicale di tutti i tempi: un cast selezionato con grande cura dopo due audizioni a cui hanno preso parte quasi 1.000 performers, che hanno permesso di scoprire voci straordinarie e intense capacità interpretative. Dal coinvolgente ingresso a Gerusalemme fino al toccante quadro della Crocifissione, la sfida raccolta da Angelini è quella di un’ambientazione lontana dalle atmosfere degli anni ’70: Gesù si ritrova a predicare, soffrire e morire ai giorni nostri, per trasmettere universali verità e grandi emozioni. Un’orchestra dal vivo, che unisce sonorità “leggere” ad altre decisamente rock dal timbro più duro, esegue canzoni indimenticabili come “Osanna”, “Getsemani” e “Superstar”; grazie alla traduzione delle liriche, anche il pubblico italiano può così coglierne i significati più profondi e le sfumature più poetiche.
L’ALBERGO DEL SILENZIO massima segretezza e sicurezza per tutti! di Eduardo Scarpetta
Prima nazionale 27 novembre ore 21 – repliche fino al 16 dicembre TEATRO SALA UMBERTO – ROMA Mercoledì ore 18,30- 1° sabato ore 17 e ore 21, domenica ore 17,30
Prima assoluta della commedia di Scarpetta con la partecipazione straordinaria di SIMONA MARCHINI regia di LORENZO SALVETI
Nel primo atto si impostano e si spiegano le direzioni della vicenda e i ruoli: due coppie, ciascuna carente per un verso: Felice e Rosina e Michele e Concetta; una servetta, Luisella, innamorata di un collegiale, Celestino, fortemente caratterizzato nel testo; un avvocato meteorobalbuziente, nel senso che balbetta quando piove o scroscia un temporale, e quattro stucchevoli nipoti educande, che vengono presto ripescate per sommuovere ai limiti del paradosso la materia del secondo atto. Il primo atto si svolge nella casa di Felice, pittore decoratore, il secondo nell’ Albergo del Silenzio così detto, perché messo in modo che tutto si possa fare indisturbati, con la massima segretezza e sicurezza per tutti. Ottima occasione che Felice coglie al volo, per condurvi Concetta: una cenetta e poi quello che segue. Un po’ di allegria in una delle attrezzate camere dell’Albergo. Ma sull’Albergo del Silenzio pesa una brutta diceria: che vi “alberghino” gli spiriti e a Michele, architetto, viene dato l’incarico di periziare se e fino a qual punto la diceria sta in piedi. E così nell’Albergo si trovano Michele, l’avvocato balbuziente con le nipoti e, perfino Luisella con Celestino. Insomma un vero e totale travaso di personaggi, ma questa volta con ruoli convergenti in un punto: gran confusione e fervidi coinvolgimenti. Il secondo atto si conclude con una irruzione della polizia, nel terzo si sfiora il disastro, ma alla fine il miracolo accade. E come!
03) MUSICA
CARLO MARRALE – MELODY MAKER
Carlo Marrale, ex chitarrista e voce maschile dei Matia Bazar, torna dopo parecchi anni di assenza con un nuovo album: “MELODY MAKER”, pubblicato da Nar International e disponibile nei negozi dal 9 Novembre. Il cd contiene undici brani tra cui 3 brani del “periodo Matia” ovvero i classici “Vacanze romane” (dal sapore “latin” dominato da una meravigliosa chitarra classica su una bella ritmica di percussioni) e “Ti sento” più un gioiello sottovalutato quale è il felliniano “Nell’era delle automobili”.(presente nell’album “Red Corner” del 1989). Tutti i brani sono completamente ri-arrangiati ed interpretati dall’autore per questo disco. Nella track list anche “L’ascensore” con cui Marrale si presentò al Festival di Sanremo 1994, un brano languido e malizioso, in una nuovissima versione di gran classe. La pubblicazione di “MELODY MAKER” è stata anticipata dal brano “A prescindere”, primo singolo estratto dall’album. In questi ultimi anni Carlo è stato lontano dalle scene, vivendo tra Italia e Spagna e coltivando le sue passioni per fotografia e pittura, ma non ha mai abbandonato la musica, continuando a scriverla e a produrla, spaziando tra diversi generi musicali e riscuotendo grandi successi all’estero. Un album delizioso, assolutamente impedibile.
PAOLA E CHIARA – WIN THE GAME
Il ritorno delle sorelle Iezzi era attesissimo e il nuovo album “Win the game” non delude le aspettative. Il primo singolo “Second life” ha avuto notevole successo e il secondo, “Cambiare pagina” si sta affermando anche grazie ad un bel video, girato in Islanda e attualmente in rotazione televisiva. I titoli dei due brani in questione simboleggiano il nuovo corso di Paola e Chiara per la prima volta anche produttrici del loro album (per l’etichetta Trepertre). Dance elegante con precisi riferimenti agli anni ’80, questo è il succo sonoro dell’album…ottima è “Tu sei il futuro” così come “I can’t forget” che ci proietta in pieno “Madonna style”. ”Vanity & Pride” travolge di energia positiva mentre “99%” ricco di suoni electro-vintage è il brano più scuro e d’atmosfera. ”Win the game” è una rentrèe da non sottovalutare.
04) WEB
(b)ananartista
(b)ananartista è un personaggio singolare, musicista-pittore-fotografo-videomaker e tante altre cose… Ha fondato il movimento artistico degli Sbuffoni per un nuovo Rinascimento delle belle arti.
E’ stato protagonista alla Biennale di Venezia e, dalla collaborazione con il più importante nome italiano d’arte contemporanea, Maurizio Cattelan, è nato anche uno spazio parallelo, il “Dangerous Club”, sorto con l’intento di “provocare la provocazione”…
Non perdetevi dunque
05) RIVISTE
IL FETICISTA n. 9
Esce in questi giorni il numero 9 della rivista “Il feticista”. In questo numero, la copertina e un servizio fotografico interno, sono dedicati ad Asia D’Argento, la pornostar più famosa del momento. Asia intende approfondire un suo discorso personale con il feticismo dei piedi e lo fa nel cinema e anche negli spettacoli dal vivo, quando esprime appieno la sua anima feticista. Un altro personaggio, molto interessante, si presenta ai lettori del Feticista, si tratta di Mistress Nicol. Un autentica novità è l’introduzione del fotoromanzo fetish, su ispirazione degli anni ‘70 e ‘80 a colori; la protagonista è Franca Kodi nelle vesti di Capitan Feet, agente speciale FBI. Completano il numero un’ampia intervista a Franca Polesello (nella rubrica “I piedi nel cinema”), “La posta del feticista” e ”I dischi del Feticista”. Il prezzo della rivista è aumentato a 10 euro, ma anche le pagine sono aumentate da 60 a 68.
Nella foto d’apertura Luca Cirillo