Elia-Salemme, Peter Pan in scena con “Bello di papà”
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Vincenzo Salemme e Antonella Elia al teatro Manzoni di Milano fino al 4 marzo con Bello di papà, diretto e interpretato da Salemme stesso con l’ex svampitella della tv. Salemme è Antonio, un 50enne tirchio e Peter Pan, che non vuole sposare Marina (Elia). A causa della depressione di un amico, viene coinvolto in una psicoterapia di gruppo in cui, tramite l’ipnosi, l’amico torna a sentirsi un bambino di dieci anni, cui Salemme deve fare da padre.
VINCENZO SALEMME
Perché ha voluto trattare il rapporto padri-figli?
L’idea mi è venuta qualche anno fa, a forza di vedere come va il mondo. Mi sono detto che, forse, episodi come il recente incidente allo stadio o la violenza tra i giovani sono il frutto dell’assenza di una figura forte in famiglia. Se i ragazzi avessero un padre o un’autorità da superare e con cui confrontarsi, le cose sarebbero diverse.
Credo che lo Stato possa svolgere questo ruolo?
Credo che spesso sia poco rispettato e, a sua volta, non si sappia far riconoscere. Dovremmo fare uno sforzo di fiducia comune, sia i cittadini che lo Stato, per credere un po’ di più l’uno nell’altro.
Lei che figlio è stato?
Posto che mio padre è molto dolce, com’è spesso la figura paterna partenopea, sono stato un bravo bambino. L’unico neo era che a cinque anni scappavo di casa per andare al cinema, un po’ come succede in “Nuovo cinema paradiso”. Infatti piango ogni volta che lo vedo…
E’ sposato da 27 anni con Valeria, ma non ha avuto figli…
Non è stata una decisione nostra. Purtroppo abbiamo avuto un’esperienza dolorosa, mia moglie ha perso un bambino al quinto mese di gravidanza, e non ce la siamo sentita di adottare.
Che marito è? Tutto arte e comicità?
Tutt’altro. Anche se è mia moglie quella che si occupa degli “affari di famiglia” io sono una persona molto concreta. Non ho mai creduto nella figura dell’artista, anzi, per dirla tutta, la trovo veramente insopportabile!
ANTONELLA ELIA
E lei che figlia è stata?
Ho avuto un’infanzia particolare. Mia madre è morta quando ero piccolissima, mio padre si è risposato e io mi sono ritrovata con una seconda mamma. Quando anche mio padre è scomparso avevo 15 anni e i rapporti con questa signora, con cui in seguito ho ricomposto gli attriti, si sono incrinati. Così a diciotto anni me ne sono andata di casa. Ho sempre vissuto questo senso di solitudine e diversità.
Quanto la figura paterna ha influenzato la sua vita?
Infinitamente. Papà mi ha costretto a fare il liceo classico, quando io volevo iscrivermi all’artistico. Mi ha fatto studiare greco e latino, che odiavo, mentre io sognavo di fare danza classica e dipingere. E poi voleva che facessi l’avvocato: era così autoritario che io non avevo voce in capitolo ed ero costretta ad obbedire.
Nella piéce il suo fidanzato rifiuta di sposarla e di fare famiglia. Come si comporterebbe se una situazione simile le capitasse nella vita?
Non accetterei una situazione del genere. Se il mio compagno non volesse un figlio da me lo lascerei subito. Quando una donna ha l’istinto a procreare (e in genere lo ha), è giusto che il compagno la assecondi.
Ha 43 anni. Cosa aspetta a fare un figlio?
Sta insinuando che mi devo muovere? In effetti lo credo anche io! Spero che questa sia la volta buona. Sono fidanzata da sette mesi, sono felice e con quest’uomo (misterioso, ndr) voglio davvero fare una famiglia.
Che madre sarà?
Una tragedia di madre! Per mettermi subito in conflitto, crescerò mio figlio a cucina macrobiotica, il mio ultimo pallino, costringendolo a fare yoga e a sviluppare in tutti i modi la creatività.
E’ fissata con la macrobiotica come Gwyneth Paltrow?
E’ la mia nuova ossessione. Sono sicura che, mangiando meno carne rossa e latte, si potrebbe accrescere la spiritualità dell’essere umano, renderlo meno aggressivo e quindi contribuire a un mondo migliore.
Quale l’ultima passione che ha abbandonato?
Io odio l’abbandono. Non lascio mai nulla, comprese le relazioni interpersonali. Se il rapporto con un uomo va male lo interrompo, ma non taglio mai tutti i ponti.
Salemme ha detto che ha voluto lei perché è “perfetta per la parte”. Come lo ha colpito?
Veramente ho sostenuto tre provini prima di essere ingaggiata, non mi sembra di averlo folgorato. Forse gli piaccio perché sono stravagante e un po’ naif.
Va migliorando con l’età?
Tutt’altro. Non faccio che peggiorare. A 43 anni sono una gaffe continua!