Mario Kassar racconta di Basic Instinct 2
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Il progetto originario di un sequel per il campione di incassi Basic Instinct ha avuto inizio circa otto anni fa. “Andammo nella casa di New York della coppia di scrittori marito e moglie Leora Barish & Henry Bean che erano giunti alla conclusione che Catherine Tramell avrebbe dovuto avere una storia con uno psichiatra,” racconta il produttore Mario Kassar.
“Ritenemmo che si trattasse di un’idea davvero irresistibile. All’inizio pensammo di realizzarlo a New York, poi ci rendemmo conto che sarebbe stato interessante trasportarla in una città europea, e così alla fine decidemmo per Londra”.
Kassar ricorda i primi tempi in cui Sharon Stone si vide assegnato il ruolo che l’avrebbe portata a diventare una vera star del cinema, “Sharon lavorava molto duramente per rendere più incisivo il ruolo di Catherine Tramell nel Basic Instinct originale. C’era la combinazione di Michael Douglas come attore e Paul Verhoeven come regista, e all’epoca tutti pensavano ad un nome noto per la protagonista femminile. Tuttavia molte attrici non se la sentivano di spogliarsi. Verhoeven provò Sharon per il ruolo e lei sembrava proprio Kim Novak ne La donna che visse due volte e tutti quelli che videro il nastro del provino furono d’accordo nel ritenerla perfetta. Lei ebbe il ruolo, e Catherine venne alla luce. Quando portammo il film a Cannes, Sharon ricorda che salì la scalinata con il tappeto rosso da attrice e vi scese da star.”
Per il sequel, era stato scelto il regista scozzese Michael Caton-Jones, una decisione caldeggiata dalla Stone, che aveva molto amato il suo lavoro fino a quel momento, come l’apprezzato Scandal, un altro film dalle sfumature erotiche. “Michael è molto naturale nel suo modo di lavorare,” afferma Kassar. “E’ diretto, sobrio e molto stilizzato. I suoi film hanno un aspetto molto particolare. E’ anche bravissimo ad ottenere delle interpretazioni di livello dagli attori, perché loro lo amano molto e lavorano duramente per accontentarlo.”
Anche il produttore Joel B. Michaels ne era entusiasta. “Michael comunica e poi comunica ancora. Ha un occhio eccellente ed è straordinario con gli attori. Sono davvero affascinato dal suo modo di lavorare con loro. Possiede una tecnica particolare per tirar fuori delle interpretazioni solide e complesse. Tutti i bravi registi devono entrare in sintonia con le persone con le quali lavorano e attori diversi richiedono un diverso approccio per far sì che siano tanto rilassati e a proprio agio da poter tirarne fuori delle buone interpretazioni. Michael eccelle in questo.”
Catherine Tramell.. La donna più pericolosa del film?
“Catherine Tramell è molto pericolosa, ma le donne pericolose sono le più interessanti,” afferma il produttore Mario F. Kassar. “Sharon si è impadronita di Catherine e ci sono poche altre attrici e pochi personaggi dello schermo che possono esservi paragonati. Lei appare piacevole, sorridente e sensuale sebbene sia profondamente subdola e manipolativa.”
“Catherine è talmente un’icona nel mondo cinematografico, che se si dovesse stilare una lista dei personaggi femminili cattivi nei film lei sarebbe sicuramente tra le prime tre,” commenta il produttore Michaels. “Potremmo ritenerla la più interessante tra le cattive dello schermo in quanto non uccide con una pistola. Lei lo fa mentalmente e psicologicamente, cosa che io personalmente trovo molto più interessante e intrigante. Se non vi fosse stata la sua intelligenza e tanta sostanza in lei, non credo che il suo personaggio sarebbe sopravvissuto così a lungo.”
LA PAROLA A SHARON STONE
La Stone afferma che la sua esperienza con Michael Caton-Jones è stata simile a quella con Paul Verhoeven, che ha diretto il primo film.
“Il pre-requisito per dirigere questo film è che devi essere super-intelligente, leggermente contorto e un po’ perverso,” afferma. “Devi anche amare il tuo lavoro perché fare un film come questo è una fatica enorme. Devi essere in grado di creare molti capovolgimenti, colpi di scena e sequenze emozionanti e devi anche essere in grado di dirigere gli attori.
Devi anche possedere uno strano senso dell’umorismo e prendere le cose in modo divertito, provocatorio, bizzarro. Ma la cosa più importante è che devi essere uno sperimentatore. Michael è davvero tutto ciò. Non è un regista che gira sempre lo stesso film. Ha provato tutti i generi. E’ stato molto in gamba nel prendere una macchina sportiva Spyker e nel tenerla in una vasca d’acqua per quattro giorni con me dentro. E’ stata dura ma è stata una vera esperienza. Se non avessimo fatto cose un po’ al limite, come avremmo potuto abbattere tutte le barriere con questo film?”
La Stone, fisicamente in forma, ha amato la sequenza iniziale, in quanto afferma di essere anche una “patita di motori”. “Possiedo una Aston Martin e una Porsche Cayenne e amo le auto sportive,” ride. “Sono davvero un’esperta.”
Essere immersa in 60 cm. di acqua in un’auto sportiva con qualcuno che è alto oltre un metro e 90 e riempie quasi tutto l’abitacolo, sarà stato anche divertente sia per Catherine Tramell che per l’attrice che la interpretava. Ma quando l’acqua ha cominciato a scrosciare attorno a lei e ha cominciato a filtrare attraverso la griglia dell’auto, c’era anche una parte della Stone che pensava, “Potrei anche morire qui dentro, anche se eravamo circondati da un fantastica squadra di soccorso di sommozzatori,” confessa. “In fondo, il pavimento dell’auto era solo una grata attraverso la quale l’acqua può entrare e io portavo tacchi da dieci centimetri con cinturini alle caviglie.
Il mio tacco si è incastrato nella grata quando eravamo nel mezzo di una ripresa. Ho fatto esercizi di respirazione yoga per poter trattenere il fiato. Uno dei sommozzatori mi ha chiesto se per caso non fossi una pescatrice di perle. Pensavo che Catherine non dovesse mai dare la sensazione di dover respirare sott’acqua. Ma, quando il mio tacco si è incastrato, pensavo all’aria residua sotto il mio sedile, sebbene fossi bloccata e non potessi raggiungerla. Guardavo fuori dalla macchina e potevo vedere un sommozzatore e sapevo che aveva un coltello. Pensavo di dover sfondare il tettuccio dell’auto perché lui potesse tirarmi fuori. Ma non volevo interrompere la ripresa, così sono andata avanti mentre cercavo di liberare il mio tacco, che alla fine è venuto via. Quando sei così coinvolta in una scena, puoi diventare un po’ spericolata.”
La Stone ha una grande ammirazione per il suo co-protagonista in Basic Instinct 2, David Morrisey. “E’ fantastico, un vero talento. Nella vita reale è sposato con la nipote di Sigmund Freud, così mi sono confrontata con un avversario molto esperto. Era davvero il tipo giusto per la parte non solo perché ha tutto quello che si può desiderare in un attore, ma anche per la sua umanità. L’interazione è stata semplicemente eccellente. Glass e la Tramell sono fatti della stessa pasta. La dinamica del loro rapporto è come un elastico avvolto troppo stretto.”
Insolenza colta: è come la Stone descrive l’atteggiamento di Catherine. “E’ anche pazza, nel senso che la sua patologia deriva dall’attenzione e da un uso della verità non comune,” continua. “Catherine è completamente priva di compassione, cosa questa pericolosa e stranamente attraente. E’ come questo
grande specchio, molto attraente e affascinante perché tutti vogliono conoscere loro stessi, soprattutto quando si confrontano con un genere di persona attraente, bizzarra, abituata a dire “Bene, parlami di te.” Ecco come le cose cominciano a precipitare e a farsi pericolose e assurde finché ti chiedi, “E’ lei la responsabile di quello che accade o sono loro?” Ecco cos’è davvero interessante nella psicologia del film.”
Come attrice, l’eccitazione maggiore per la Stone è stata quella di entrare nei panni di Catherine e scoprire cosa la rende ciò che è. “In un certo senso lei è molto dinamica. Ma c’è anche un aspetto da vampira metodica in lei. Osserva continuamente e tu aspetti il momento in cui agirà. Più che dire alle persone cosa fare, lei decide quando lo faranno. Questo è stato molto interessante da interpretare perché lei manipola gli altri personaggi nella scoperta di loro stessi e nel loro desiderio di trovare la propria verità. In che direzione andranno? Quale direzione sceglieranno? E’ interessante perché, in un certo senso raccontano la loro storia personale.”
Un altro aspetto molto affascinante di Catherine Tramell per la Stone è la sua carica di aggressività. “Alle donne è stato insegnato che devono usare l’astuzia e mascherare i loro comportamenti per ottenere quello che vogliono dagli altri. Gli uomini sono sempre stati più diretti. Catherine è il primo personaggio femminile che ha deciso di essere diretta e onesta e sincera.
Con lei, per la prima volta, è giusto dire, ‘Sono potente, sono interessante, sono intelligente, sono forte. Dirò e farò e sarò quello che voglio. E mi siederò in una stanza di fronte agli uomini e lo farò.'”