DANIELE “BENGI” BENATI VOCE DEI RIDILLO
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Allora Bengi, presenta il tuo gruppo per i lettori di “Palcoscenico”…
Dopo diverse esperienze in gruppi di vario genere, abbiamo cominciato intorno al 1991 a fare la nostra musica, ispirandoci al New Cool e all’Acid Jazz dall’Inghilterra e a tutta la scena Soul – Funky americana (Prince, JB…), ma trasformandola con testi in italiano; all’inizio é stata dura, infatti pur avendo vinto diversi concorsi non c’era traccia di discografici interessati; nel ’95 finalmente il primo singolo, “Cartoline” e poi in fila 3 album ogni 2 anni.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo modo di fare musica?
Personalmente metto Prince, Clash, James Brown, Mina e Celentano …può bastare?
Parliamo dei vostri esordi e della vittoria al “Trofeo Roxy Bar”….
All’inizio per poter suonare nei locali abbiamo dovuto “barare” coi gestori dicendo che suonavamo 50% cover; invece era perlopiù musica nostra, tra i tanti pezzi c’era questo “Guardati” che ci fece vincere il primo concorso in Giappone nel ’92 e il “Trofeo Roxy Bar” nel ’94; la cosa strana é che in nessun album abbiamo inserito quella canzone!
Il primo grosso successo arriva con l’album “Ridillo” del ’96, e brani come “Festa in due” e “Arrivano i nostri”. Vi aspettavate questa grande affermazione?
Direi che é stata davvero una sorpresa, fortunatamente eravamo già rodati fra di noi con anni di concerti alle spalle e quindi il successo non ci ha “travolti”; la cosa che ci dispiace di più e che con tre singoli andati così forte (Mondo Nuovo, Festa in 2, Arrivano i nostri) non siamo riusciti a convincere i discografici a fare un video!!!
Da allora i concerti si sono moltiplicati e così le partecipazioni televisive. Quale ricordi con più piacere e quale non rifaresti?
Come concerti ricordo con piacere tutti quelli sulla spiaggia, ma rifarei subito da spalla agli Earth Wind & Fire, come programmi televisivi era unico il Roxy Bar perché si suonava dal vivo e lasciava molto spazio agli artisti, cose che non farei sono le apparizioni in Playback, ma la maggior parte dei programmi sono così purtroppo.
Il singolo “Figli di una buona stella”, riecheggiava alla disco music ’70 anche se con innate attitudini funky. Cosa pensi del periodo “disco” e quale “disco” (scusa il gioco di parole!) è secondo te il miglior esempio di quel genere?
La Disco é nata, come tutte le cose grandi, nei garage e ha avuto il suo momento di splendore proprio con le cose più brutte, se ascolti brani non famosi ti accorgi di quante idee rivoluzionarie ci fossero dentro, anche se non saprei dirti un disco in particolare é un peccato che adesso venga ricordato solo “disco inferno” o quasi.
Il vostro produttore “storico” è stato il musicista Franco Godi. Come mai avete interrotto la collaborazione con lui?
Franco Godi é un grande specialmente nello spirito e nella passione che mette nella musica; abbiamo imparato molto da lui anche giocando a sperimentare varie cose. Credo che il rapporto si sia logorato durante la lavorazione del terzo album, ci sentiamo ancora; lui aveva comunque altri progetti da sviluppare con noi…
L’album “Ridillove” aveva altri singoli come “Legalizza la felicità” e “Mangio amore”, autentici cocktail di ironia e gusto musicale, e anche in questo caso il successo fu notevole. E’ più facile o difficile mantenere salda una band, dopo un grosso exploit?
E’ sicuramente più difficile, fortunatamente i Ridillo non si sono troppo montati la testa.
Come sono nate le collaborazioni con “Articolo 31” e “Montefiori Cocktail”?
Gli Articolo 31 erano della scuderia di Godi ed era naturale per noi scambiarci dei pareri e collaborare sui dischi; I Montefiori li vidi la prima volta in concerto e iniziò un buon rapporto da subito; all’epoca “l’albero di 30 piani” doveva entrare nel nostro album e il loro doveva essere un remix, alla fine ci chiesero di poterlo inserire nella loro Raccolta N.2.
In futuro avrete nuovi “incontri” con questi artisti?
Con Kicco e Kekko mi capita di cantare in qualche serata insieme alla Muriel, loro hanno anche mixato il singolo “passo le mie notti qui da solo” cover di S.Wonder di quest’estate e vedremo di fare qualcosa anche nel nuovo album.
L’album “Folk’n funk”, l’ho trovato diverso dai vostri lavori precedenti. Cosa pensi del risultato finale dell’album?
Sicuramente non ha la freschezza degli altri, penso che ci siamo concentrati troppo sui suoni e sulle canzoni e non sui Ridillo!
Nei vostri concerti siete spesso affiancati da dj-set che danno un tocco da “club” in più al “live” della band. Come mai questa scelta e quale è il segreto per conciliare funky, dance e disco, con la tradizione popolare romagnola alla quale più volte avete reso omaggio?
La cosa nasce dall’impressione che si ha nei concerti delle feste dell’unità quando nelle pause tra una canzone e l’altra senti i suoni dell’orchestra di Liscio che hai a fianco; anche questo é Folk’n’Funk; comunque l’esperienza é positiva col d.j. anche se qualcuno dice che diamo il meglio quando siamo solo noi 5…
Ultimamente l’affermarsi del fenomeno “easy-lounge”, ha contagiato diversi artisti e Bengi è anche presente nella compilation “EZ Lounge Fm” di prossima uscita. Quale è la vostra opinione in merito a questo genere “riscoperto”?
Personalmente faccio musica tutti i giorni senza chiedermi dove andrà a finire (ho dato 2 pezzi anche a Casadei per il nuovo album!!!); ultimamente sto producendo anche l’album di Robert Passera che mi ha dato molti spunti ; riguardo al genere devo dire che il nostro primo singolo Cartoline Jazz del ’95 era luongissimo (Kekko quest’estate a Rimini si é inchinato come omaggio quando l’abbiamo suonata dal vivo!!!)
Domanda da un milione di euro: i 3 dischi che non togliereste mai dal lettore cd (o dal piatto-vinile!)…
“La batteria , il contrabbasso etc.” di Battisti, “Sign’o’the time” di Prince e…ultimamente Remy Shand (…dolce Remì…)
Parlateci del vostro ultimo singolo e dei vostri progetti imminenti e futuri…
L’ultimo singolo é una cover di Steve Wonder “Passo le mie notti qui da solo” ed é stato un ritorno al soul per noi in attesa del nuovo album; infatti da metà Settembre saremo in studio per le nuove cose e abbiamo deciso di affrontarlo con lo spirito del primo disco, senza troppo seghe, e senza limitazioni discografiche di alcun tipo.
E ora per concludere un saluto “virtuale” ai vostri fans collegati su “Palcoscenico”….
buona navigata, siate anche reali e non troppo “virtuali”;
pace e amore come sempre
Ridillo