Luigi Cozzi, tutto è iniziato da una… Galassia
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In che modo è riuscito a passare dalle scrivanie dei giornali “di settore” ai set cinematografici?
La molla è scattata quando nella redazione di “Galassia”, ho conosciuto alcuni personaggi che lavoravano nel cinema e nella pubblicità che, come me, erano appassionati di fantascienza. Così iniziai a fare dei piccoli lavori come il sincronizzatore e l’assistente al doppiaggio e nel frattempo accumulavo esperienza.
Il suo primo film, “Il tunnel sotto il Mondo”, nasce da una collaborazione prestigiosa con Alfredo Castelli (Diabolik). Quale era il vero significato di questa opera alquanto sofisticata ispirata da un romanzo di Frederik Pohl?
L’ignaro protagonista del film scopre che il Mondo che lo circonda è fittizio e che in realtà tutto è stato costruito da una grossa compagnia pubblicitaria. Senza dubbio fu un’opera d’avanguardia che all’epoca, nel 1969, lasciò abbastanza stupiti, ma che oggi è facilmente comprensibile, basti pensare che “The Truman Show” assomiglia decisamente al mio film!
Tra i protagonisti c’era Ivana Monti. Come avvenne l’incontro?
Ivana era allieva del “Piccolo” di Milano e rimasi colpito nel vedere che una ragazza cosi’ giovane aveva una padronanza degna di una veterana, e cosi’ la scritturai.
Arriviamo all’ incontro con Dario Argento e alla successiva stesura del soggetto di “4 mosche di velluto grigio”
Avvenne che diventai redattore del settimanale di musica “Ciao 2001” e mi ostinai affinchè potessi intervistare Argento, nonostante mi fosse stato sconsigliato di dedicare un servizio ad un regista esordiente e quasi sconosciuto. Da quel momento iniziammo a frequentarci e fu proprio Dario a consigliarmi di lasciare il giornale per potermi dedicare a tempo pieno al cinema e in seguito realizzammo “Le Cinque giornate” e altri progetti che purtroppo non videro mai la luce.
Due film molto diversi tra loro, che diresse a breve distanza tra loro furono “L’assassino è costretto a uccidere ancora” e “La portiera nuda”.
Del primo posso dirti che era un thriller che Dario “sponsorizzò” ai produttori, mentre accettai di dirigere “La portiera nuda” perché mi fu promesso di sceneggiare in seguito un film di fantascienza che purtroppo non si fece! Comunque rivedendolo recentemente, ho potuto rivalutarlo, in quanto aveva una sua originalità nel volersi distinguersi nel vasto filone della commedia sexy in voga negli anni ’70, anche perché di veramente spinto non c’era niente! Se lo rapportiamo alle commedie di oggi, appare come una cosa da educande, altro che sexy….
La prima affermazione internazionale avviene nel 1976 con il film “Dedicato a una stella”: cosa l’ha spinta a realizzare un film d’amore?
Innanzitutto perché era la storia di un musicista e io adoro la musica, e poi perché realizzare questo genere di film mi permetteva di accumulare la giusta esperienza che mi avrebbe portato in breve tempo a dirigere finalmente un film di fantascienza. Il film fu primo al box-office in Italia e se ripenso agli sforzi tecnici e produttivi che avrei sostenuto in seguito per i film fantasy, realizzare “Dedicato a una stella” fu una vera passeggiata.
E’ vero che per completare il suo primo film di fantascienza, “Star Crash”, ci vollero due anni?
Si è verissimo. Infatti completammo le riprese con gli attori nel 1977 e passammo tutto il 1978 a realizzare i molti effetti speciali e tutta la post-produzione. Finalmente nel ’79 il film fu pronto ed ebbe un successo incredibile in tutto il Mondo (per la distribuzione Usa entrò in campo il mitico Roger Corman) regalandomi la soddisfazione di aver fatto centro con il mio genere preferito.
Trovo che il punto di forza di “Star Crash” sia stato proprio il grande impatto visivo unito ad uno sforzo produttivo notevole.
Guarda, credo che “Star Crash” sia stato il primo film italiano di “fantascienza moderna”. Ci tenevo ad evitare di utilizzare lampadine per fare le stelle o astronavi giocattolo! Volevo tante astronavi e tanti pianeti!! Poi il cast era strepitoso, da Caroline Munro a David Hasselhoff e poi il grande Joe Spinell. Le musiche furono affidate a John Barry, l’autore delle soundtracks di James Bond. I produttori mi diedero fiducia ma sono sicuro che inizialmente non avrebbero immaginato un tale successo da un regista quasi esordiente. Li ho davvero stupiti!
Come si spiega il tiepido riscontro del successivo “Contamination”?
Principalmente perché fu prodotto da italiani! Inizialmente il film doveva essere ambientato ad Haiti e per fare i sopralluoghi, rimasi un mese a Santo Domingo dove tra l’altro trovai il tempo per collaborare alla stesura di alcune sceneggiature per Aristide Massaccesi,che aveva bisogno di nuovi spunti per i suoi film del periodo dominicano. Il mio film alla fine lo girammo in Colombia, con mezzi inferiori alle previsioni e oggi è considerato un “cult” per la sua “contaminazione” di fantascienza, splatter e gotico.
Alcune situazioni del film ricordano “Alien”.
In effetti lo spunto da “Alien” c’è stato, come quello de “L’invasione degli ultracorpi” ma credo che possegga una sua personalità ed è molto,molto più violento!
Se avesse avuto una produzione forte, credo che avrebbe avuto il successo di “Star Crash”. All’inizio degli anni ’80 inizia la sua collaborazione con la Cannon che lo porterà ad essere il pioniere del rinato successo dei “pepla” quando nel 1983 uscirà nelle sale “Hercules”.
Era da tempo che la Cannon mi corteggiava e quando decisero di riscrivere la sceneggiatura (inizialmente affidata a Bruno Mattei) di “Hercules” che non era piaciuta a Golan, si rivolsero a me. In sole tre settimane rimisi “le cose a posto” e come premio mi fecero dirigere il film che, sia al cinema che in videocassetta, mi ha dato grande soddisfazione. Tanto per non cambiare realizzai il film in breve tempo perché Lou Ferrigno era già sotto contratto quando fui chiamato e per evitare che la sua paga salisse alle stelle lavorai con dei ritmi serrati. Realizzai anche un sequel esclusivamente per sperimentare alcuni sofisticati effetti speciali, ovviamente a scapito della sceneggiatura che era quasi inesistente. Non credo che in Italia sia stato realizzato un film “fantasy” con cosi’ tanti effetti innovativi! Fu un vero film di ricerca, d’avanguardia. Comunque rimane una bella esperienza e con un cast nutrito di bravi attori come Rossana Podestà, Delia Boccardo,Claudio Cassinelli,Bobby Rhodes,Gianni Garko…
….e poi Milly Carlucci, Serena Grandi, Pamela Prati, Sonia Viviani…
Sì, effettivamente hanno recitato davvero in tanti! C’era anche Eva Robins che veniva da “Tenebre”. Riuscimmo a far apparire credibili in panni “mitologici” anche tanti volti telelvisivi! Anche in questo caso si sente molto la mia “mano” nel film che, invece di riprodurre fedelmente le gesta di Ercole le ripropone in chiave fantascientifica, con Ferrigno che lotta nello spazio, mostri elettrici e….scontri stellari!
Quale ruolo ha avuto in “Nosferatu a Venezia”?
Inizialmente avrei dovuto occuparmi esclusivamente degli effetti speciali. Ma dopo un solo giorno di riprese, il regista Caiano litigò con Klaus Kinski e la regia passò al produttore Augusto Caminito che, essendo esordiente in quel ruolo, mi pregò di aiutarlo. Comunque fu una bolgia totale, con Kinski che talvolta pretendeva di dirigersi da solo rifiutando qualsiasi direzione!
Un carattere “particolare” il grande Klaus!
Schizzofrenico è la definizione adatta! Talvolta era una persona adorabile, ma bastava poco per farlo andare su tutte le furie e poi era letteralmente ossessionato dal sesso!
Sbaglio, o proprio durante le riprese del film, nacque la “scandalosa” love story con la giovanissima Debora Caprioglio,che appare in un brevissimo cameo?
Non sbagli. Ma comunque Kinski saltava addosso a tutte le attrici ed ebbe più di una storia “galante” nell’arco delle riprese del flim!
Nel 1987, ritorna in televisione con una serie televisiva prodotta da Dario Argento intitolata “Turno di notte” all’interno del quiz “Giallo”, l’ultimo lavoro di Enzo Tortora. E’ vero che la Rai vi costrinse ad addolcire alcune sequenze ritenute troppo forti ed esplicite?
E’ verissimo, ci furono molte discussioni con i dirigenti Rai preoccupati dalle possibili reazioni del pubblico, dopo la messa in onda del mio primo telefilm “L’impronta dell’assassino”, con Brett Halsey e Mirella d’Angelo. Non avevano avuto il tempo di visionarlo prima della messa in onda altrimenti lo avrebbero sicuramente tagliato.
Ricordo bene, infatti non presi sonno quella notte! C’era una sequenza in cui una attrice veniva infilzata da un paio di forbici nel collo e un’altra che finiva col viso su un braciere!
Si, in effetti era un po’ “fortino”, ma bastò una telefonata del capo di Rai2, che si congratulava con noi, per mettere tutto a posto. In un attimo, tutti i dirigenti che mi guardavano male, vennero ad abbracciarmi e a dirmi che avrei potuto fare ciò che volevo! Singolare, non trovi? Dopo fui io ad addolcire gli episodi perché ritenni di poter fare bene anche senza “esagerare”… Nell’episodio “Giallo Natale”, tenni a battesimo Asia Argento che era poco più che una bambina. Comunque anche se si trattava di thriller, misi la mia “firma” in un episodio (Il taxi fantasma) che vedeva in campo dischi volanti e una bella ragazza che in realtà si scoprirà essere una aliena!
Alcuni episodi furono diretti da Lamberto Bava. Come mai questa alternanza?
Bava diresse i primi sei episodi ma dovette lasciare la serie per girare un film (Le foto di Gioia ndr) e quindi entrai io a dirigere i restanti nove avendo l’opportunità di avere come “special guests” attori come Corinne Clery, Daria Nicolodi e Howard Ross. Ricordo che Dario Argento si occupava anche di alcuni brevissimi episodi intitolati “Gli incubi”. Alla messa in onda di uno di questi minifilm (Nostalgia punk ndr) durante il quale erano evidenti le immagini di budella che fuoriuscivano dal ventre di una ragazza, la Rai tornò a chiedere di “piantarla”! In questo caso anche Dario dovette adeguarsi…
Uno dei telefilm intitolato “Delitto in rock”, vedeva protagonisti il gruppo rock “Denovo”. Ai suoi film hanno collaborato tra gli altri Pino Donaggio, Goblin e John Barry. Io e la mia band “The Transistors” vediamo in lei un “prezioso referente cinematografico”: ritorna prepotentemente l’amore per la musica!
Penso di essere un buon intenditore di musica!
Posseggo tanti dischi e ho sempre dato le mie direttive ai musicisti che hanno lavorato per me.
Come si chiamava la ragazza che veniva uccisa con un colpo di accetta nello stesso episodio?
Era una attrice esordiente, Cinzia Farolfi; oggi ha un grande successo come cantante del gruppo “Cattivi Pensieri”! Tra l’altro in una piccola parte recitava anche Miani, un cantante che ebbe una certa notorietà negli anni ’80. Vedi, ho sempre a che fare con musica e musicisti…
Dopo questo grande successo televisivo, torna al cinema con “Paganini Horror”. Come mai lo defini’ un film travagliato?
Purtroppo l’errore è già nel titolo! Non è un film dell’orrore bensi’ un film sulla rotondità del tempo, ha un non so chè di metafisico, di strano. Inizialmente il film doveva essere girato in Colombia come “Contamination” e il produttore doveva essere lo stesso. Poi “magicamente” il copione è passato da una scrivania ad un’altra fino ad arrivare a De Angelis, che decise all’ultimo momento di risparmiare sui costi, e quindi molte delle cose in sceneggiatura fui costretto a tagliarle, mortificando il risultato finale. Comunque “Paganini Horror” vive di frequenti passaggi televisivi e di un buon esito commerciale in videocassetta vista anche l’importante presenza di Daria Nicolodi e Donald Pleasence.
Molti degli effetti speciali del film rimandano alla fantascienza, mentre alcuni omicidi (come quello della starlet televisiva Luana Ravegnini) erano tipicamente da thrilling. Con quale criterio abbinò i vari elementi?
Vedi, in teoria la fantasicenza e l’ignoto avrebbero dovuto essere l’arma vincente del film. Purtroppo molte scene carine non sono state girate, come quella in cui, alcuni protagonisti cercando di salvare un compagno precipitato in un burrone, si trovano al cospetto di uno scheletro che li assale e altre che adesso non ricordo, e in più lavorammo con un budget talmente ridicolo da non poter realizzare gli effetti come avremmo voluto; ma già dalla fine degli anni ’80, i produttori iniziarono ad aver paura di investire su di un film horror o thriller, figuriamoci sulla fantascienza! Comunque ancora una volta ritorna prepotentemente la musica: infatti è la storia di una band tutta al femminile che decide di arrangiare in chiave rock un misterioso e maledetto spartito di Paganini.
Daria Nicolodi scrisse la sceneggiatura del film?
Ufficialmente si, ma quello che poi è andato sugli schermi a poco a che vedere con l’originale storia che avevamo scritto.
Il suo ultimo film, “The Black Cat”,risale a dieci anni fa: fu una nuova versione del classico di Poe già rivisto da Fulci e Argento?
Assolutamente no! Purtroppo anche in questo caso il titolo manda fuori strada, ma fui costretto ad usarlo perché il distributore americano aveva già venduto un pacchetto di film tra cui uno intitolato “The Black Cat” e quindi dovetti accettare il “consiglio” se volevo realizzare il film. In realtà si tratta di una storia di fantascienza con una forte componente paranormale,vicina a “Carrie”, ma per essere coerente con il titolo, mi trovai obbligato a far comparire saltuariamente e senza alcuna ragione un bel micetto nero!! Erroneamente è stato accomunato anche a “Suspiria” ma non c’è nulla dell’opera di Dario nel mio film se non un piccolo omaggio, nella scena in cui un attore cita il film; è stato più che altro un mio omaggio ad Argento, niente di più. Nel cast figurano nuovamente Caroline Munro e Brett Hasley, che già avevano collaborato con me oltre che Florence Guerin che veniva da alcuni film erotici di successo come “La Bonne” di Samperi e “Profumo” di Giuliana Gamba (assistente di Joe D’Amato).
Come mai il film è rimasto inedito in Italia?
Tra il 1989 e il ’90, proprio durante la lavorazione di questo film, cambiarono alcune leggi sul cinema e da allora un film può uscire solo se ha la “vendita” televisiva garantita! Questo è l’ennesimo affronto che i dirigenti televisivi hanno perpetrato al mondo del cinema, costringendo gli addetti ai lavori a cambiare “orizzonte” e facendo fallire tante case di produzione. Ti immagini un film di Fulci o Massaccesi, che nasceva esclusivamente in dipendenza di un futuro passaggio televisivo?
E’ vero, proprio all’inizio degli anni ’90, Fulci rallentò la propria attività e Joe D’Amato passò al più redditizio hard…
… e Deodato diresse “I ragazzi del muretto”, Lamberto Bava le favole per ragazzi come “Fantaghirò” e ultimamente anche Soavi è passato alla fiction con “Ultimo”. Il periodo d’oro di noi registi “dell’ignoto” è durato fino a quando abbiamo potuto lavorare indipendentemente dalla televisione: se c’era, tanto di guadagnato, altrimenti andava bene ugualmente. Dato che nella mia carriera ho sempre svolto molteplici attività, sempre inerenti la fantascienza, e non mi sono limitato ad essere esclusivamente un regista, oggi posso permettermi di dedicarmi ad altro.
In cosa consiste la sua attività, oggi?
Quando il monopolio è passato alla televisione e ai suoi pessimi dirigenti, ho ritenuto corretto accantonare l’esperienza registica. Preferisco non scendere a compromessi con chi snobba a priori tutto ciò che è fantascienza e horror, e piuttosto che ritrovarmi anche io a dirigere fiction, mi sto dedicando alle molteplici attività di “Profondo rosso” tra cui ultimamente, la collaborazione per il programma “Stracult”, e le collane di libri “di genere” che curo personalmente e che stanno ricuotendo un enorme successo.
Che fine hanno fatto i telefilm che avrebbe dovuto girare con Dario Argento?
Purtroppo dopo anni di tira e molla con la Rai, al momento dell’Ok, Dario non ha potuto accettare per sopraggiunti impegni. Peccato perché era un bel progetto, ambientato in varie città italiane; Sarebbe stato un bel rilancio per il vero thriller in tv, se pensi che Dario, oltre che supervisionare il lavoro, avrebbe diretto due episodi.
Ed ora una domanda impegnativa: il cinema italiano di genere è in crisi?
Purtroppo è in crisi tutta la “macchina cinema” in Italia!Dal 1990 al ’94 è avvenuto un crollo impressionante del gradimento e, naturalmente, i primi a risentirne sono stati i film “low budget” che tanto avevano guadagnato a cavallo tra i ’70 e gli ’80. Poi verso la metà dei ’90 c’è stata una improvvisa impennata, ma si tratta di fiction e non di cinema. Il vero cinema è ancora pericolasamente in caduta libera!